GC - Torino: Siamo senza parole!

I/Le Giovani Comunisti/e di Torino vogliono con il presente comunicato esprimere la solidarietà a tutti e tutte, compagni, studenti, ragazzi e semplici cittadini, che sono stati vittima dell’ennesimo insensato episodio di tensione urbana e violenta repressione, di questa sera martedì 20 giugno, scatenato dall’inutile ordinanza “anti-alcol” varata dalla giunta Appendino negli scorsi giorni, verso il quale le uniche reazioni possono essere l’incredulità, la rabbia e il disgusto.

 

Dalle ore 21:00 infatti, la celere si è schierata agli accessi di Piazza Santa Giulia, la loro presenza massiccia e immotivata, ha impedito di fatto con mezzi e camionette l’accesso e il normale passaggio. Immediata è stata la protesta del quartiere Vanchiglia e di tutti quelli che,compagni e non, si trovavano nelle vicinanze, protesta a cui la celere ha risposto apparentemente lasciando la piazza. Rimangono tuttavia alcune volanti e alcuni agenti Digos a pattugliare la piazza, più con fare provocatorio che per ragioni di sicurezza. La loro presenza infatti scatena ulteriori contestazioni e contatti tra la piazza e forze dell’ordine, che rispondono, come da loro abitudine, in maniera spropositata e improvvisa: da Corso Regina Margherita rispunta la celere che, con una carica violentissima , investe la piazza e tutto ciò che ci si trova dentro: tavoli, sedie, clienti dei locali che sedevano nei dehors con bambini, il personale che stava lavorando..

Lascia senza parole come la reazione agli eventi del 3 Giugno in Piazza San Carlo non sia stata quella dell’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni (della sindaco Appendino e della giunta pentastellata tutta, ma anche e soprattutto delle forze dell’ordine) per l’insufficiente messa in sicurezza dell’evento, non sia stata quella dell’ammissione di inettitudine e palese incapacità, quanto piuttosto quello di proiettare il problema sul popolo, ribadendo la necessità, oggi come e più di ieri, di “contenerlo”, ad ogni costo. Forme di repressione che una volta erano relegate all’ambito del dissenso politico antisistema e anticapitalista, estese adesso a tutta la popolazione.
A noi sembra impossibile non individuare nelle cronache di ordinaria follia legittimata dallo stato che arrivano non solo da Torino, ma da molte altre città italiane, il filo rosso di un progetto politico ben chiaro e che lega l’ordinanza Appendino, il decreto Minniti, i vari tentativi di ridurre gli spazi di partecipazione popolare e di espressione diretta della democrazia. I luoghi di incontro e confronto reale tra le persone, qualsiasi essi siano, sono da evitare in ogni sua forma; potrebbero pur sempre generare autoconsapevolezza, coscienza sociale, volontà di autodeterminazione e autorganizzazione. Anche il processo di gentrificazione già avviato dalla precedente amministrazione (e abbracciata con entusiasmo dalla nuova che fa dell’onestà il suo confalone) che continua ad investire la nostra città rientra in questo schema.
Non si può più rimanere immobili di fronte a questi continui soprusi che, come già quelli del primo maggio, sistematicamente vanno a colpire quella parte di Torino che sogna una città diversa.Una Torino di tutti, e proprio per questo da tutti definita, e non più guidata dalle necessità economiche dei pochi, ma dalle necessità reali dei molti.
Riprendiamoci le strade, riprendiamoci le piazze, riprendiamoci la città!
Tutti insieme.

Torino, 21 giugno 2017

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