REPRESSIONE. EZIO LOCATELLI (PRC): CONTUSI TRA GLI STUDENTI MANIFESTANTI CHE CHIEDEVANO LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE COTA (all'interno video e intervista a Simone Ciabattoni)

Quello di stamattina, da parte delle forze dell'ordine nei confronti degli studenti torinesi che manifestavano vivacemente contro il Presidente Cota, è stato un intervento spropositato.
Il risultato è stato che nella carica in risposta ad un lancio di uova piene di vernice, che aveva come obiettivo il palazzo della regione, sono rimasti coinvolti e contusi alcuni manifestanti del tutto avulsi da qualsiasi responsabilità, tra cui un iscritto a Rifondazione Comunista, esponente dei collettivi studenteschi.

Non può essere che la gestione dell'ordine pubblico sia condotto all'insegna di due pesi e due misure.
La nostra presenza alla manifestazione come Rifondazione Comunista ha contribuito ad evitare che la situazione degenerasse oltre misura.

Ezio Locatelli

la documentazione della manifestazione degli studenti

gli scontri con la polizia

l'intervento di Ezio Locatelli all'assemblea

l'intervista a Simone Ciabattoni su "La Repubblica"

Uno dei giovani racconta: un gesto simbolico e poi io reggevo solo lo striscione  “Reazione spropositata io mi sono rotto un dito”

Simone Ciabattoni ieri è sceso in piazza per chiedere le dimissioni del governatore Roberto Cota e ne è uscito con un dito rotto: «L’anulare della mano destra, sono appena tornato dall’ospedale», racconta quattro ore dopo il parapiglia in piazza Castello. Lui, studente universitario di Agraria, era in prima fila: «Stavo tenendo lo striscione. C’è stato il lancio dei palloncini di vernice e la polizia è venuta avanti, ha accennato questa carica. Ricordo una grande concitazione, io e gli altri che cercavamo di tenere lo striscione e la polizia che tentava di tirarcelo via. E in quel momento hanno preso anche il mio dito».
In quell’istante è anche finita la sua manifestazione: «Mi faceva male, sono andato subito a farmi curare», spiega lo studente. Oltre il dolore, però, Simone prova anche rabbia: «La reazione della polizia è stata spropositata. La nostra era un’azione simbolica, volevamo lanciare un segnale forte alla Regione, invece ci hanno subito caricato». Soprattutto, nota una disparità di trattamento: «L’altro giorno in quella stessa piazza c’erano persone che tiravano mattoni al palazzo della Regione, mentre noi abbiamo lanciato dei palloncini colorati. Eppure le forze dell’ordine hanno gestito le cose in maniera ben diversa. Il perché, sinceramente, non me lo so spiegare».
Certo, gli agenti venivano da cinque giorni ad alta tensione. E
quando hanno visto arrivare i palloncini si sono sentiti aggrediti. Però, sottolinea Simone Ciabattoni, «queste persone saranno allenate a gestire l’ordine pubblico, no? Garantire la sicurezza è il loro lavoro». E poi, aggiunge, «i palloncini non erano diretti agli agenti, ma al palazzo della giunta regionale. Era un modo per delegittimare le politiche di Cota».
L’intero corteo organizzato dagli studenti delle superiori e
dell’università puntava a lanciare esattamente quel messaggio: Cota dimettiti. Fino a quel momento, spiega il ragazzo rimasto contuso nel tafferuglio, «era una manifestazione pacifica. Siamo scesi in piazza per rivendicare la nostra contrarietà a questa giunta, in primis sul diritto allo studio e sul taglio dei finanziamenti dedicati al mondo dell’istruzione». Poi c’è stato il contatto con la polizia, che lo ha lasciato con un dito rotto, ma che non gli impedirà di tornare a manifestare appena ce ne sarà bisogno: «Ogni volta che riterrò che ci siano ingiustizie da denunciare e che sia necessario far sentire la voce degli studenti, io tornerò in piazza».

Torino, 14 dicembre 2013

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