Da “La Stampa” di domenica 12 aprile 2015
Massimo Massenzio
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante».
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante».
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante».
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante».
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante».
(foto massenzio) – Allarme in pieno centro L’attentato è avvenuto verso le 11 di ieri in via Gay di Quarti, a poche decine di metri dal municipio di Orbassano. I carabinieri per ora non escludono nessuna pista
La sgommata delle ruote sull’asfalto, il rombo di un motore che si allontana e poi un boato tremendo, amplificato da uno stretto vicolo fra due palazzi che hanno fatto da cassa di risonanza. Gli abitanti di via Gaj di Quarti, pieno centro di Orbassano, hanno subito pensato a una bombola del gas. Invece qualcuno aveva lanciato due bombe carta contro il portone di ferro sul retro della palazzina che ospita la sede di Rifondazione Comunista. Mancavano pochi minuti alle 11 e nel circolo era in corso una riunione politica. Uno solo dei due ordigni è esploso mentre la miccia del secondo si è spenta. Il finestrino di un’auto parcheggiata di fronte all’ingresso è andato in frantumi, ma lo scoppio non ha causato altri danni e non ci sono stati feriti.
Più d’una pista
Le indagini sono condotte dai carabinieri della compagnia di Moncalieri, ma la pista politica non è l’unica al vaglio degli investigatori. Nei pressi dell’edificio colpito dall’esplosione abita infatti la giovane attivista di un movimento animalista e, nei giorni scorsi, sui muri della palazzina era stato affisso un volantino apparentemente provocatorio: «Nessun avvertimento, ma era un chiaro riferimento a una discussione avvenuta di recente, durante una pacifica manifestazione – racconta la ragazza – Di episodi come questi se ne verificano molti e non ho nessun elemento per metterlo in relazione con quello che è successo».
Anche il padre della giovane, titolare di un negozio, nei giorni scorsi è stato al centro di un vivace dibattito sui social network per le sue dichiarazioni su alcune inchieste giudiziarie: «Se qualcuno avesse voluto colpirmi la bomba l’avrebbe tirata contro il mio negozio».
Non ci sono testimoni
Gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi, ma le uniche certezze sono che nessun testimone ha visto la macchina allontanarsi e che in quel vicolo non ci sono telecamere di videosorveglianza. La miccia delle bombe carta, a basso potenziale esplosivo, ha una durata di circa 8 o 10 secondi. Gli attentatori hanno quindi avuto tutto il tempo di allontanarsi indisturbati: «Non abbiamo visto nessuno – ribadisce Claudio Miotto, segretario del circolo di Prc – In sede eravamo in 12 e la riunione aveva all’ordine del giorno tematiche nazionali». Rifondazione è fuori dal Consiglio comunale, ma è sempre protagonista di molte battaglie: «Non ho mai ricevuto minacce e non ho nessun sospetto. È un fatto inquietante»
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