RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: UN FRONTE DI LOTTA COMUNE CONTRO IL GOVERNO RENZI!
Lo scorso 13 giugno il Consiglio dei Ministri ha approvato la Riforma della Pubblica Amministrazione, composta da un Decreto e da una successiva Legge Delega.
Il Decreto contiene tre aspetti fortemente negativi:
• impone ai lavoratori e alle lavoratrici la mobilità obbligatoria, non contrattata, nell’arco dei 50 km, rendendo inoltre possibile il loro demansionamento
• colpisce la tutela sindacale, dimezzando distacchi e permessi sindacali
• allarga lo spazio di intervento della politica, aumentando la percentuale di dirigenti assunti senza concorso.
Nel fare questo, il governo si nasconde dietro l’annuncio dell’assunzione di 15.000 giovani: assunzioni tutte da dimostrare, e a fronte della perdita, in questi anni, di 250.000 posti di lavoro e della mancata conferma di migliaia di precari. Inoltre, se l’abolizione della sola trattenuta in servizio produce queste assunzioni, gli effetti sarebbero ben maggiori se si abolisse la famigerata riforma Fornero sulle pensioni!
Successivamente, interverrà la Legge Delega che, in un quadro di “riordino caotico”, comporterà un pesante restringimento della presenza dei servizi pubblici sul territorio e la riduzione drastica del “perimetro pubblico”, lasciando ancora maggiore spazio all’intervento del privato (come evidenzia il concomitante disegno governativo di riforma del Terzo Settore): si creerà così il rischio concreto di eccedenze di personale, mentre la contrattazione nel Pubblico Impiego rimane bloccata.
Il governo Renzi agisce in maniera autoritaria, nascondendosi dietro la falsa consultazione via web, che ha coinvolto un numero di “contatti” che non arriva neppure all’1% dei dipendenti pubblici: colpisce per decreto le condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, costretti a subire il ricatto del trasferimento forzato e impediti nella possibilità di essere tutelati dalla rappresentanza sindacale che hanno scelto.
Di fronte a ciò, serve una risposta immediata e chiara, che non lasci soli/e i lavoratori e le lavoratrici nell’organizzare una linea di difesa e che faccia uscire dall’isolamento le rappresentanze sindacali che “ci provano”.
Serve un’azione, immediata e di lungo periodo, per far sì che la riforma della Pubblica Amministrazione non sia fatta in una logica privatizzatrice, antidemocratica e penalizzante per i lavoratori e le lavoratrici, ma si basi invece su trasparenza, coinvolgimento, partecipazione: le RSU e le OO.SS. devono nuovamente avere il diritto alla contrattazione. I lavoratori e le lavoratrici devono avere il diritto di avanzare e discutere, a partire da ciascun posto di lavoro, concrete proposte di riorganizzazione e potenziamento dei servizi, in stretto rapporto con i fruitori dei servizi stessi.
Ciò non sarà ottenuto per concessione dall’alto, ma dovrà essere rivendicato e praticato a partire dal basso, in una logica di partecipazione e conflitto: il governo Renzi è tutt’altro che invincibile, ma occorre uscire dall’immobilismo!
Rifondazione Comunista è perciò impegnata nel sostegno a tutte le iniziative di lotta dei lavoratori e delle lavoratrici del Pubblico Impiego in contrasto con la contro-riforma Renzi: ha sostenuto lo sciopero della USB del 19 giugno e sostiene la necessità di costruire un fronte di lotta sindacale il più ampio possibile per non farsi schiacciare dall’azione del governo.
Fausto Cristofari
Commissione Lavoro PRC Torino
(19 giugno 2014)
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