REGIONE PIEMONTE: COSTRUIAMO LA SYRIZA PIEMONTESE

Lettera aperta agli studenti
di Simone Ciabattoni e Nicolò Ferrero*

La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, ha accolto il ricorso dell’ex Presidente della Regione Piemonte Merceds Bresso, dichiarando nullo l’esito delle scorse elezioni. Al di là del risvolto giuridico espresso, per la presentazione della lista “ pensionati per Cota” viziata da gravi invalidità, la Giunta a guida leghista in questi quattro anni ha contribuito ad un peggioramento delle condizioni di vita di migliaia di persone, con l’approvazione di politiche che hanno minato i trasporti, la sanità, l’istruzione, il lavoro.

Per ciò che riguarda il diritto all’istruzione fino al 2009, la regione vantava la copertura del 100% delle borse di studio grazie al finanziamento di 30 milioni di euro all’Edisu. Quest’oggi a fronte di un taglio di circa 16 milioni di euro sono drasticamente diminuiti i servizi offerti agli studenti come quello ristorazione e di residenza e non è stato più possibile coprire la totalità di coloro che sarebbero stati idonei ad ottenere l’assegno di studio. Anche il trasporto pubblico locale ha subito tagli letali con la riorganizzazione e la soppressione di molte linee, l’aumento dei prezzi del biglietto, la cancellazione della riduzione del 40% prevista per gli studenti universitari sugli abbonamenti annuali, l’approvazione della delibera comunale che mette in vendita il 49 per cento di Gtt. E’ questo l’infelice panorama in cui si trova a lottare, assieme ad altri movimenti, il movimento studentesco, che porta un grande esempio di lotta come l’esperienza della “mensa liberata” che in questi mesi ci ha offerto un contributo indispensabile rispetto al dibattito politico sul diritto alla conoscenza, welfare studentesco, ma anche in merito alla continua diminuzione di spazi pubblici dove ci possa confrontare, discutere e creare legami sociali. Come era prevedibile la discussione per le prossime elezioni ha subito una accelerata molto netta; le auto-candidature pervenute nell’ultimo periodo di sicuro non rispondono alle questioni e ai problemi posti dagli studenti medi e universitari, in quanto rappresentano la continuità con le politiche di austerity di stampo montiano e lettiano che hanno prodotto i disagi sociali. Risulta chiaro ed urgente la necessità di mettere in campo proposte che possano costruire l’alternativa alle politiche antidemocratiche e anti sociali perpetuate fino ad oggi. Per tale motivo la candidatura di Chiamparino, per ciò che rappresenta, è totalmente irricevibile. La Regione Piemonte ha bisogno di respirare aria nuova e pulita, occorre segnare un cambio di rotta e prepararsi alle consultazioni anticipate parlando prima che di nomi, di contenuti e programmi. Chiamparino è fautore di un sistema che ha fallito e che ha contribuito ad aggravare la situazione esistente. Si parta perciò dai contenuti. Quest’oggi in università il tema centrale della discussione è l’estensione del numero chiuso che ormai rappresenta una invalicabile barriera per il 50% dei Corsi di Studio. Si ha perciò il coraggio di bloccare questo provvedimento riconoscendo il valore del libero accesso ai saperi? Attualmente la priorità sono le grandi opere come l’alta velocità Torino-Lione o un piano che preveda una manutenzione straordinaria della rete locale ferroviaria e un piano di riassetto idrogeologico del territorio? Ci si impegna a sanare il drammatico fenomeno della perdita della casa ( Torino città con il più alto numero di sfratti per morosità incolpevole) o si riduce come sempre la questione ad un problema di ordine pubblico evitando il dibattito sulle risposte messe in campo dai movimenti di lotta come ad esempio una immediata moratoria degli sfratti, requisizione di alloggi sfitti, maggiori fondi a sanare questa situazione? La crisi viene usata come leva per lo spoglio dei diritti fondamentali, ce l’ha insegnato amaramente Marchionne ( sostenuto apertamente da Chiamparino), nel referendum di qualche anno fa a Mirafiori. Tutte le politiche messe in campo in questi decenni per fronteggiare il problema dell’occupazione in Italia, hanno nei fatti contribuito a ridurre i lavoratori a forza lavoro precaria, a basso costo, priva di diritti e facilmente licenziabili. Proprio per questo motivo crediamo che il “Job act” di Renzi non vada nella direzione giusta. Come ci spiega bene Luciano Gallino occorre che lo Stato torni a creare direttamente posti di lavoro; proponiamo perciò come Partito della Rifondazione Comunista che lo Stato assuma direttamente disoccupati e precari, impiegandoli nei molti lavori di cui il nostro Paese ha bisogno. Tra questi sicuramente interventi per il riassetto idrogeologico del territorio ma anche una politica economica finalizzata alla riconversione ambientale e sociale dell’economia. Mentre in molte parti d’Europa si lavora per l’ecosostenibilità e la riconversione ecologica dei trasporti, Marchionne sostiene che il futuro di Mirafiori siano i Suv, dimostrando l’incapacità dell’industria italiana di intraprendere nuove (e migliori) vie di produzione. Bisogna avviare un percorso tra movimenti, forze organizzate e singoli cittadini impegnati in questi anni contro le politiche neo liberiste, mettendo in campo per il Piemonte, una proposta di unità e di alternativa politica sul modello di quanto si sta costruendo intorno alla candidatura di Alexis Tsipras per le elezioni europee. Libereremo i nostri diritti dalle catene delle vostre politiche.

*Studenti, militanti di Rifondazione Comunista

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