Non ci sono più giustificazioni riguardo l’operato delle forze dell’ordine in Valsusa. Da alcuni spezzoni di video in diretta delle manifestazioni di martedì 13 aprile a San Didero emerge con chiarezza l’uso aggressivo, vietato dalla legge, di candelotti lacrimogeni ad altezza d’uomo per terrorizzare i manifestanti NoTav. In uno dei video si sente distintamente un carabiniere dire: “Sì, ne ho tirati due in faccia sulla strada”. Il ferimento grave di Govanna, un’attivista NoTav alla quale ribadiamo la nostra piena solidarietà, è il risultato di questo comportamento inconsulto che mette a rischio l’incolumità delle persone.
Riguardo a questo comportamento indicibile e al tentativo di sviare dalle proprie responsabilità andrebbe aperta una inchiesta autonoma e obbiettiva. La Valsusa non può trasformata in un teatro di guerra. Ci sono comunità, amministratori e attivisti che per il fatto di opporsi a opere dissennate e speculative vengono repressi e criminalizzati con metodi degni dei peggiori regimi dispotici. E’ quello che sta accadendo in queste ore ai compagni che stanno difendendo il presidio Notav di San Didero a cui è impedito di ricevere assistenza, acqua e cibo. A loro, a Giovanna e alle comunità locali in lotta va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno.
Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea di Torino
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