
Rivolta contro il dilagare delle disuguaglianze e delle esclusioni sociali. Com’è possibile che tra i mesi di aprile e luglio di quest’anno i patrimoni di una quarantina di miliardari siano aumentati del 31% (dato estrapolato dal rapporto annuale della banca svizzera Ubs) a fronte di milioni di persone impoverite per il venir meno di un lavoro o di una attività di sussistenza? Una disparità intollerabile, insostenibile che evidenzia il distacco tra retorica della coesione – <siamo tutti sulla stessa barca> – e una realtà che ancora una volta riflette la legge del più forte. Nulla hanno fatto le forze di governo e quelle di destra, sul piano nazionale e regionale, per prepararsi ad affrontare la seconda ondata di pandemia, per garantire misure di protezione sanitaria e sociale. Tanta attenzione e regalie per mercati, padronato, Confindustria che hanno come unica preoccupazione di fare il proprio tornaconto economico; poca o nessuna attenzione a chi vive del proprio lavoro o peggio ancora in condizione di precarietà. Contro queste politiche ribellarsi è giusto. Nel respingere il tentativo gaglioffo della destra torinese di cavalcare un malcontento che essa stessa ha generato con politiche al servizio dei poteri forti – ci riferiamo a ambienti vicini a Fratelli d’Italia, forza di maggioranza regionale che è la prima a doversi vergognare per come ha gestito l’emergenza pandemia – noi non possiamo che stare dalla parte di chi giustamente chiede diritti sociali, reddito, salute, sicurezza nella vita di tutti i giorni e sui posti di lavoro. Diritti fondamentali che sono stati duramente colpiti non tanto e non solo dalla pandemia ma dalle scelte neoliberiste e dalle privatizzazioni di questi anni. Basta palliativi dell’ultima ora, basta disparità, è ora di cambiare rotta.
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