Venerdì 3 novembre, dalle 17,30 in avanti Festa in piazza Castello – Torino in favore dello “ius soli” e lo “ius culturae”. Festa pubblica dove informare, cantare, ballare. Rifondazione Comunista di Torino ha aderito e interverrà a questa iniziativa per la riforma della cittadinanza, per l’accesso alla cittadinanza dei minori di origine straniera, attualmente italiani di fatto ma non di diritto. I compagni e le compagne sono invitati a partecipare con le bandiere di partito.
Intervento di Renato Zanoli per il PRC-SE
Sono qui per portarvi il sentire delle compagne e dei compagni della Rifondazione Comunista e la contiguità in questa battaglia di civiltà e giustizia del Partito tutto.
Il disegno di legge 2092 è il frutto di continue modifiche al testo originale, modifiche non certamente migliorative, ma tant’è occorre da qualche parte iniziare un cammino anche se la strada si presenta in salita.
Se con il pensiero torniamo al 4 di dicembre 2016, riappare nella mente la magniloquenza con cui la vittoria del No al Referendum confermativo sulla riforma della Costituzione era salutata da un variopinto mondo della politica.
“Il popolo, ancora una volta, ha respinto l’attacco alla manomissione della nostra Costituzione, una delle più belle costituzioni del mondo”, si affermava con enfasi.
Oggi, nemmeno un anno dopo, parte di quella stessa politica che asseriva voler sostenere il dettato di una delle più belle costituzioni del mondo ne mortifica lo spirito tradendola.
Tutti i giorni, nelle aule delle nostre scuole, a circa 800.000 tra bambini e ragazzi figli di immigrati (circa 635000 nati in Italia e 167000 immigrati ) è insegnato che: l’Italia, una delle colonne su cui si basa la civiltà occidentale, è ed è stata la culla del diritto, che la lotta della resistenza, battaglia contro la barbarie, è stata una dura lotta per consegnare a tutti: libertà, giustizia ed eguaglianza, che con i suoi migranti il Paese ha contribuito a rendere grandi nazioni come gli Stati Uniti d’America ……….e via di questo passo.
All’opposto, questi stessi alunni, si troveranno, tutti i giorni, a vivere una triste ed insensata contraddizione : partecipare a lezioni di cittadinanza, di diritti e di doveri, di eguaglianza e di libertà e non poter essere cittadini italiani sebbene ne abbiano diritto.
La beffa è più grande, per loro e sicuramente anche per i loro insegnanti, se si considera che è fatto obbligo, secondo le leggi dello Stato, doverli educare “alla cittadinanza ed alla costituzione” pur sapendo che per molti di loro cittadinanza e diritto di voto rimarranno un miraggio.
Italia, patria della civiltà e del diritto, rimane probabilmente solo in un immaginario sempre più ridotto e nella retorica dei discorsi.
I figli di migranti nati qui, dovranno attendere fino a 18 anni senza nemmeno avere la certezza di essere cittadini italiani. E nel caso fossero giunti in Italia da piccoli, oggi come oggi diventare “clandestini” se dimentichi di pagare la tassa del permesso di soggiorno o, se il genitore perde il lavoro, ritrovarsi nella condizione di irregolare.
Come si può tollerare, come si può pretendere di educare alle regole della democrazia e della convivenza bambini e ragazzi che sono e saranno discriminati in base alla loro provenienza?
È una situazione intollerabile e pesante, ma diviene indecente quando si sente affermare “Continuiamo a pensare che questa sia una buona legge, ma sa tutto di cosa giusta fatta in un momento sbagliato …….. “. Parole in libertà non dette al bar o dal barbiere da uno qualsiasi ma rese dal ministro Angelino Alfano a proposito del ddl su cittadinanza e ius soli nel confronto con l’ex sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini in un dibattito ad una delle feste settembrine del PD.
Un caso isolato? No, sbagliare è umano, ma persistere è diabolico!!
Infatti, non trascorre molto tempo da questa asserzione che la ministra della salute Beatrice Lorenzin annuncia che lei è “più favorevole allo ‘ius culturae”…..”ius culturae che coinvolga tutto il sistema scolastico e sia acquisibile esclusivamente dopo aver completato un intero ciclo di studi in Italia”.
Ma la polpetta avvelenata più pericolosa, perché subdola e fuorviante, sia quell’<aiutiamoli a casa loro> del nostro ex Presidente del Consiglio.
Aiutiamoli a casa loro è titolo di un tema il cui sviluppo è defilato dai riflettori perché concretamente comporta mercanteggiamento con le milizie libiche di criminali affinché si costituisca un ulteriore invisibile muro per fermare esseri umani che non hanno commesso alcun reato e che sono incarcerati, seviziati, stuprati con l’unica colpa di cercare la sopravvivenza.
Insomma c’è un mondo emergente che dice esser democratico, cristiano, crociato delle libertà, dell’eguaglianza ………. e, chi più ne ha più ne metta, che nei fatti questo mondo attesta che le miopi convenienze personali valgono più dei diritti e delle sofferenze di centinaia di migliaia di persone.
Nel nostro caso, si badi bene, ci riferiamo a persone che rappresentano una parte vitale del futuro del nostro Paese.
Chiudo ricordando che nel masochistico gioco delle classifiche la culla del diritto dimostra la sua decadenza quando osserviamo che quasi tutti i Paesi del continente americano applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, come gli Stati Uniti, il Canada e quasi tutta l’America meridionale, mentre in Europa la cittadinanza attraverso lo ius soli, pur con qualche condizione è concessa in Francia, Portogallo, Spagna, Regno Unito e Germania.
Questa legge non è quanto vogliamo ottenere, ma siamo sicuri che è solo l’inizio e che noi vogliamo continuare a perseverare sino al completo riconoscimento di uguali diritti e parità di condizione umana, sociale, politica, tra nativi e migranti.
I diritti sono tali se sono per tutti, perché in caso contrario non sono diritti.
Un abbraccio a tutte e tutti
[3 Novembre 2017 – Festa in Piazza Castello – Torino – L’Italia siamo già noi – Ius soli temperato – ius culturae]</span></em></p>
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