Farmacie chiuse di notte: la lettera di Fiorenza Arisio ai Sindaci della Val Sangone

 

 

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA – CIRCOLO AVIGLIANA – GIAVENO

LETTERA AI SINDACI DELLA VAL SANGONE.

Durante una serata informativa svoltasi a fine maggio a Giaveno per presentare i dati di un’inchiesta fatta dal PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTAsulla sanità territoriale in bassa Val di Susa e Val Sangone, è emerso che il servizio di reperibilità notturna delle farmacie è stato interrotto dal primo gennaio di quest’anno in virtù di un accordo preso fra i sindaci e le istituzioni sanitarie.

 Ci risulta che tale accordo sia in contrasto con la Legge Regionale n. 21 del 14 maggio 1991, che ne imporrebbe l’apertura poiché, al di là di considerazioni di tipo economico, la reperibilità notturna delle Farmacie era stata concepita non per far guadagnare le stesse, ma per offrire un servizio alla popolazione che sarebbe costretta ad andare fino a Rivoli per poter trovare i farmaci che vengono prescritti dalla Guardia medica.

Da articoli comparsi sui giornali scopriamo che il consigliere regionale  Alfredo MONACO sostiene che nessuno si sia accorto prima di tale chiusura perché le farmacie notturne sono state utilizzate pochissimo e mai per farmaci “salvavita”, che la Guardia medica possiede e potrebbe somministrare anziché prescriverli per l’acquisto.

Oltre al fatto che non risulta né che la Guardia medica abbia in dotazione questi farmaci (che dubitiamo che vengano prescritti per il divertimento di far andare i parenti dei congiunti malati a fare la caccia al tesoro delle farmacie aperte di notte), e a parte il fatto che ci piacerebbe capire perché viene disapplicata una legge regionale che ci risulta essere ancora in vigore, se esistono veramente i dati epidemiologici che permettono di giustificare il fatto che il patto fra sindaci, ASL e farmacie sia stato stipulato per un reale inutilizzo delle farmacie notturne (e non per assecondare la volontà di risparmio di queste ultime), ci chiediamo come mai non sia stata data nessuna comunicazione ufficiale alla popolazione, ma sia stata messa la sordina su tutta l’operazione.

Purtroppo, con la chiusura del servizio di telemedicina in bassa Val di Susa, abbiamo già constatato che l’ASL TO3 non è la prima volta che taglia servizi senza dire nulla alla popolazione interessata, ma riteniamo che benché l’ASL adotti questi subdoli metodi per permettere alla regione Piemonte di rientrare daldebito, i sindaci dovrebbero almeno coinvolgere la popolazione per renderla in grado di comprendere se un servizio sanitario è realmente un diritto, oppure è diventato solo un optional subordinato ad esigenze di profitto delle farmacie.

Vi chiediamo pertanto di sollecitare l’ASL affinché riapra dei tavoli di trattativa per rifinanziare il servizio ed evitare che la razionalizzazione dei servizi di sanità territoriale colpisca sempre quei territori che sono più svantaggiati, come quelli valligiani.

 

Fiorenza Arisio – Segretaria del Circolo PRC Avigliana-Giaveno

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