Cercasi sinistra disperatamente.

Sel e Rifondazione vanno a congresso ma ormai viaggiano su binari separati. Mentre Rc insegue i movimenti, i vendoliani prospettano un accordo di governo con il Pd. E intanto scoppia la pace tra Curto e Grimaldi: asse generazionale “per contare di più”

Cinquanta sfumature di rosso. In fondo, come nella celebre trilogia della James, anche nella gloriosa storia della sinistra nostrana non è poi così difficile riscontrare un tratto di masochismo. Cercasi sinistra disperatamente, comunque. A una settimana dalla probabile presa del Partito democratico da parte di Matteo Renzi, chi da quel percorso si dissociò alcuni anni fa, prova a ridarsi un’identità.

Rifondazione Comunista e Sel di Torino celebrano questo weekend i propri congressi, in un momento cruciale per la città e soprattutto per la Regione, dove già fervono i preparativi per dare degna sepoltura (politica) alla giunta di centrodestra guidata dal leghista Roberto Cota. Una sinistra strabica, divisa tra chi, come i vendoliani guarda al Pd e insegue un progetto progressista ma di governo, e chi, invece, come Rifondazione volge lo sguardo verso quel vasto e contraddittorio arcipelago di movimenti e comitati vari (per la difesa della costituzione, il lavoro e la tutela dei beni comuni), collocati fuori dei perimetri dei partiti tradizionali, ma finiti in larga misura nell’orbita del Movimento 5 stelle, che in quell’area detiene fortemente la golden share.   Dopo mesi di lotte fratricide, il congresso di Sel che si celebra oggi e domani alla Suoneria di Settimo potrebbe essere quello della pacificazione, nel segno di M&M, ovvero di Marco e Michele i due consiglieri comunali di Torino Grimaldi e Curto. Attraverso un patto generazionale tra i due si è sancita la pace tra governisti e movimentisti, nel solco di una gestione unitaria del partito, pur rimarcando le differenze politiche (dal Tav al rapporto con il Partito democratico), che potrebbero emergere nella discussione di due mozioni congressuali distinte. Sfumature, tuttavia «non sono incolmabili – secondo Curto – questo è il momento in cui, uniti, dobbiamo rivendicare un ruolo centrale di Torino a livello nazionale, tornare protagonisti». Dello stesso avviso Grimaldi per il quale «un rilancio della nostra azione politica deve passare attraverso un periodo di gestione unitaria». Per la prima volta marginale in queste dinamiche è la capogruppo di Palazzo Lascaris Monica Cerutti, azzoppata dall’inchiesta su Rimborsopoli, dopo che i giudici le hanno recapitato l’avviso di prosecuzione delle indagini e quindi a rischio di rinvio a giudizio. Da Roma è stato spedito Marco Fumagalli, della segreteria nazionale, i lavori prevedono al termine della discussione, l’elezione dell’assemblea che solo in un secondo tempo designerà il segretario. Al momento non è esclusa la riconferma del nichelinese Marco Brandolini, che ha preso in mano il partito in autunno, dopo il disarcionamento di Curto.   Più ortodossa la gestione delle assise dei rifondaroli, finora guidati Ezio Locatelli, che si avvia a fare il bis al termine del confronto tra gli iscritti. Come si legge nella nota si tratta del IX Congresso provinciale del partito, intitolato “Scrivi il tuo futuro”. Parteciperanno 82 delegati in rappresentanza di 832 iscritti facenti parte di 37 Circoli presenti in città e sul territorio provinciale. Molto alta è stata la partecipazione nei congressi territoriali. Ha partecipato circa il 75% degli aventi diritto al voto, una percentuale che non ha raffronti per quanto riguarda la partecipazione in altri partiti. Tre i documenti in votazione: il primo (Ricostruire la sinistra) ha raccolto il 65,98% dei consensi, il secondo (Sinistra, classe, rivoluzione) ha raccolto il 4,30%, il terzo (per la Rifondazione di un Partito Comunista) si è fermato al 29,71%. «In questi due anni siamo riusciti a determinare una fase positiva di ripresa e di riorganizzazione del partito a livello provinciale, di ricostruzione di iniziativa in più ambiti di intervento, in particolare sui temi del lavoro, della lotta contro le privatizzazioni, contro il Tav – afferma il segretario uscente Locatelli -. Il salto di qualità che dobbiamo  determinare è quello di un partito meno politicista, con maggiore capacità di produrre intervento sociale, di dare risposte al bisogno di solidarietà e di difesa dei soggetti sociali colpiti dalla crisi». E sul piano politico? «Abbiamo la necessità di impegnarci in un processo di costruzione dal basso di un fronte unitario di una sinistra che si ponga in alternativa agli schieramenti di centrodestra e centrosinistra». E in vista delle Regionali, la capogruppo di Fds a Palazzo Lascaris, Eleonora Artesio chiede subito «un confronto con il centrosinistra sulla politica delle alleanze. Mercedes Bresso aveva privilegiato accordi al centro, pur senza perdere per strada la sinistra, qual è l’intento del Pd?», si chiede l’ex assessore alla Sanità. Il congresso si celebra nella sala Intercoop di via Perrone, per proseguire domani nella sede provinciale del partito di via Brindisi.

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