Contributo dal Circolo di Avigliana-Giaveno

Lega Vergogna
Vogliamo ricordare le parole di Giancarlo Giorgetti (n. 2 della Lega per Salvini premier) nell’agosto 2019: “è vero, mancheranno 45mila medici di base nei prossimi cinque anni. Ma chi va più dal medico di base?[…] Nel mio piccolo paese vanno ovviamente per fare le ricette mediche, ma quelli che hanno meno di cinquant’anni vanno su internet, si fanno fare le autoprescrizioni su internet, cercano lo specialista.”
Ecco, questa è la concezione della sanità che ha anche la giunta regionale piemontese a trazione leghista: fare in modo che i cittadini si facciano le diagnosi da sé (automedicandosi con internet) e far gestire i casi difficili dagli specialisti (possibilmente privati) dopo aver portato a termine l’opera di distruzione della sanità pubblica che era stata iniziata già dal Pd!
SANITA’: COSA È SUCCESSO? COSA SUCCEDERÀ?


Come è stata affrontata la pandemia nel nostro territorio? Come tutti sanno, in Italia scelte e indirizzi di carattere sanitario sono gestiti dal governo regionale che può decidere le modalità di attuazione delle prescrizioni nazionali, così ogni regione ha avuto il suo staff di consiglieri, chissà come reperiti, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In Piemonte purtroppo, è stato seguito il “modello Lombardia”, per cui, anziché effettuare da subito i tamponi e cercare di seguire i pazienti a domicilio, si è ricorso all’ospedalizzazione indiscriminata, riempiendo ospedali e strutture (inizialmente non attrezzate per evitare il contagio), facendole diventare i focolai di espansione dell’epidemia, che si è estesa poi anche alle RSA.
L’emergenza Covid sarebbe stata invece un’ottima occasione per testare e rinvigorire la cosiddetta “medicina territoriale” sostitutiva dell’ospedale. Anche qui da noi, ad Avigliana e a Giaveno, ce l’hanno cantata e suonata sulla telemedicina e sul Cap, che sulla carta pareva potessero funzionare da filtro per decongestionare i grandi ospedali e invece sono stati messi da parte. Per esempio, se il progetto, avviato e poi abbandonato, della telemedicina fosse proseguito, sarebbe stato forse possibile monitorare i casi sospetti con continuità e rischi infinitamente minori per il personale medico e per l’intera popolazione.
Il Piemonte ha attuato con molto ritardo anche la creazione delle USCA per l’assistenza domiciliare dei malati, quando avrebbe potuto coinvolgere da subito i medici di base se solo li avesse riforniti di DPI. Per non parlare della perdita di decine e decine di casi di sospette positività segnalati dai medici di base e scomparsi nei meandri delle mail dell’ASL. Così, mentre le terapie intensive degli ospedali erano piene, le USCA non funzionavano e i medici di famiglia non venivano autorizzati ad usare medicinali per non fare aggravare i pazienti, il 68% dei “normali” pazienti con altre patologie ha rinunciato a farsi curare per il timore di rimanere contagiato in ospedale. In questo modo non ha funzionato né la sanità ospedaliera di “routine”, né quella territoriale e il morbo si è diffuso quasi indisturbato. Inoltre, gli operatori sanitari che hanno ottenuto un contratto in questo periodo, nonostante la retorica che li definisce “angeli” perché rischiano quotidianamente il contagio e fanno turni estenuanti, spesso vengono pagati poco più di 1000€ al mese e sono assunti a tempo determinato senza nessuna prospettiva di un incarico finita l’emergenza!
Rifondazione comunista è sempre stata per una sanità pubblica secondo l’applicazione della Carta costituzionale e per la giusta valorizzazione dei servizi territoriali. Per questo ha presentato un esposto alla Procura di Torino per chiedere l’accertamento delle responsabilità della Regione riguardo la diffusione del contagio e la falcidia di vittime umane, e per questo richiede che le risorse che devono arrivare anche dall’Europa per rinforzare la sanità, vengano investite per assunzioni dignitose e durature del personale sanitario necessario ad un buon funzionamento della Sanità PUBBLICA
Vieni anche tu con noi!

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