Questa mattina la manifestazione degli studenti e delle studentesse in piazza Arbarello ha riproposto un tema drammatico e scottante: quello della tragica sequela di morti sul lavoro, che si è abbattuta e si abbatte anche sulla nostra città. Nello specifico, il tema è se possibile ancora più grave, perché si manifestava a causa della tremenda morte, a Udine, di un ragazzo di 18 anni, mentre svolgeva uno stage in “alternanza scuola/lavoro”: quest’ultima è una trappola che ora si rivela essere anche mortale, che si traduce in falsa formazione e vero sfruttamento, sotto forma di lavoro gratuito. Perciò deve essere abolita!

 

A questa giusta rivendicazione si è risposto con mano pesante, con violente cariche da parte di uno schieramento repressivo spropositato. Nel dare la nostra solidarietà, come Rifondazione Comunista, ai ragazzi e alle ragazze che hanno subito pesanti ferite nel corso delle cariche della polizia, non possiamo non dire che bisogna fermare questa spirale!

 

Alla fondamentale questione del lavoro e della sua sicurezza non è accettabile che si risponda ciecamente, scambiando un drammatico problema sociale per una questione di “ordine pubblico”! La cappa determinata dal COVID è pesantissima, e occorre superarla collettivamente, ma nessuna “zona arancione” può giustificare ulteriori repliche di questa logica aberrante!