Presidio “Italia ripensaci”. No al nucleare civile e militare!

No al nucleare civile e militare! Rifondazione Comunista presente al presidio per l’anniversario del trattato per la messa al bando delle armi nucleari.

SABATO 22 GENNAIO
TORINO – ORE 11,30 – PIAZZA PALAZZO DI CITTÀ
IVREA – ORE 12 – PIAZZA FERRUCCIO NAZIONALE
Il 22 gennaio è l’anniversario del trattato internazionale, ratificato da 59 Paesi, che proibisce l’uso, la minaccia dell’uso, la produzione e l’immagazzinamento delle armi nucleari. Non si tratta di un atto risolutivo, innanzitutto per la mancata adesione delle grandi potenze nucleari, ma è un momento importante della più ampia mobilitazione per il disarmo nucleare, che deve e vuole proseguire.
E’ importante lottare per ottenere l’adesione al trattato anche del nostro Paese: l’Italia non è direttamente una potenza nucleare, ma è un Paese a “condivisione nucleare”: sul nostro territorio ci sono almeno 40 testate nucleari nelle basi NATO di Aviano e di Ghedi. Fra i vari rischi che corre il pianeta, quello di un conflitto nucleare è tutt’altro che scongiurato, viste le tensioni che, con la fine della guerra fredda e del suo equilibrio del terrore, continuano ad attraversare il mondo. Molti anni sono passati e il potenziale distruttivo è cresciuto, ma pesa ancora sulla coscienza dell’umanità e dei governanti USA che l’hanno compiuta, la “sperimentazione sul campo” di Hiroshima e Nagasaki, costata 118.661 e 73.884 vittime civili!
Ma questo anniversario è importante anche perché, in contemporanea, si torna a parlare dell’uso del nucleare civile. Per assurdo, l’Unione Europea deve decidere se inserire il nucleare (insieme al gas) fra gli investimenti sostenibili dal punto di vista ambientale! Dobbiamo dire un no chiaro è forte! Il nostro Paese ha chiuso definitivamente il discorso, con ben 2 referendum (1989 e 2011) che hanno espresso il rifiuto pressoché unanime del popolo italiano alle centrali nucleari. Perciò il governo deve rispettare la volontà popolare, ribadendo quel rifiuto! Tornare al nucleare sarebbe una scelta insensata, pericolosa, ed economicamente ingiustificata. Continuerebbe a sussistere, anche con le centrali di terza o quarta generazione, il rischio di fughe radioattive (come a Chernobyl, come a Fukushima) e irrisolto il problema delle scorie, che resterebbero radioattive per secoli o addirittura millenni: come si può definire “sostenibile” una simile produzione di energia? Il ritorno al nucleare non risolverebbe neppure le problematiche attuali: per costruire una centrale nucleare occorrono almeno 15 anni.
L’unica vera alternativa ecologica sono le fonti rinnovabili: sicure, più economiche e di più rapida installazione. Basti pensare che le 4 centrali nucleari che erano presenti in Italia, in tutta la loro “vita” hanno prodotto 91 miliardi di KWh; le energie rinnovabili, in soli 4 anni, hanno già prodotto 95 miliardi di KWh. Anche lo smaltimento delle scorie rivela gravi diseconomie: il loro smaltimento doveva costare 3,7 miliardi. Ad appena 1/3 del processo sta già costando 7,9 miliardi (tanto che l’agenzia preposta, la SOGIN, verrà probabilmente commissariata). Sosteniamo quindi la battaglia contro le armi nucleari insieme alla battaglia contro tutto il nucleare, civile e militare!
 
L’ITALIA ADERISCA AL TRATTATO CONTRO LE ARMI NUCLEARI! L’ITALIA DICA NO ALLE CENTRALI NUCLEARI E SI ALLE ENERGIE RINNOVABILI!

 

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