Consigli per lavoratori ai tempi del Coronavirus

di Claudia Candeloro*
In questi giorni sto ricevendo richieste di tutti i tipi. Sperando di poter essere utile in generale, continuo con alcune domande e risposte sul lavoro di questi tempi. Se ne avete altre, scrivetemi pure!
1. SONO STATO MESSO IN CASSA INTEGRAZIONE SENZA ESSERE STATO AVVERTITO, E’ POSSIBILE?
La cassa integrazione, e gli istituti ad essa assimilabili come il fondo di integrazione salariale (FIS) e i fondi degli enti bilaterali, sono istituti gestiti dal datore di lavoro. Per quanto riguarda la cassa integrazione COVID 19 l’unico obbligo previsto è, per la cassa ordinaria (a cui è parificato per questa emergenza il FIS), l’informazione e la consultazione ai sindacati, per la cassa in deroga la conclusione di un accordo regionale. Ergo, non vanno informati direttamente i lavoratori ma per qualsiasi informazione dovrete rivolgervi al vostro sindacato di categoria.


2. CHE DEVO FARE PER RICEVERE LA CASSA INTEGRAZIONE?
La Cassa integrazione viene concessa su richiesta del datore di lavoro, il lavoratore non deve fare domanda per accedervi ma la riceve o anticipata dal datore (caso normale per la Cassa ordinaria e il FIS) o direttamente dall’INPS (Cassa in deroga e su richiesta del datore per la Cassa ordinaria).
3. IL MIO DATORE DI LAVORO MI FA ANDARE A LAVORARE. POSSO COSTRINGERLO A CHIEDERE LA CASSA?
In questo momento gli unici autorizzati a rimanere aperti sono i servizi cosidetti essenziali di cui al DPCM 22 marzo. In questi casi è il datore di lavoro che sceglie se aprire e fare andare a lavorare (garantendo tutti i dispositivi di sicurezza, altrimenti è legittima l’astensione) o se mettere tutti o parte dei lavoratori in cassa. Negli altri casi, quando non sia possibile lo smart working, il datore di lavoro è praticamente obbligato a mettere in cassa integrazione. Se non ne fa richiesta, si può chiedere il risarcimento del danno.
4. IO POTREI LAVORARE IN SMART-WORKING MA NON MI VIENE ATTIVATO. E’ LEGITTIMO?
No, lo smart working è obbligatorio per tutti quelli per cui è possibile ed è l’unica forma di lavoro concessa per le attività non considerate essenziali. L’alternativa è altrimenti la cassa integrazione.
5. IL MIO DATORE DI LAVORO VUOLE LICENZIARMI, E’ POSSIBILE?
No, i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo sono stati sospesi per 60 giorni. Se il datore di lavoro ha una riduzione del lavoro non può licenziare ma deve fare richiesta di Cassa integrazione.
6. SONO NEL PERIODO DI PROVA. IL DATORE DI LAVORO MI HA LICENZIATO A CAUSA DELL’EMERGENZA. E’ POSSIBILE?
Un lavoratore in periodo di prova può essere licenziato solo al termine della prova. Se il datore di lavoro non ve lo ha fatto terminare il licenziamento è illegittimo.
7. MI SONO AMMALATO DI COVID, PENSO DI AVERLO PRESO A LAVORO. POSSO CHIEDERE L’INFORTUNIO?
In questo momento gli unici per cui si presume la causa lavorativa in caso di contagio da COVID sono gli operatori sanitari. Per loro il datore di lavoro è tenuto ad inoltrare già denuncia all’INAIL. Per tutti gli altri bisognerebbe dimostrare che il contagio è avvenuto a lavoro.
Se ritenete possa essere utile, aiutatemi a diffondere!
* avvocata del lavoro, direzione nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Gruppo di lavoro

Referente responsabile: Giorgio Pellegrinelli

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