ALTERNATIVI IN EUROPA, ALTERNATIVI IN PIEMONTE

SINTESI INTERVENTO DI EZIO LOCATELLI AL COMITATO POLITICO NAZIONALE PRC

Rispetto al voto del 25 maggio non pochi hanno parlato del ritorno di una nuova Dc, qualcuno finanche a dire del ritorno in un paese rimasto sostanzialmente democristiano. Ritengo che, il pensare di trovarci di fronte ad una risposta conservativa alla crisi, più che ad una operazione di modernizzazione di segno regressivo sia una valutazione che non contribuisce a fare chiarezza della realtà e dei nostri compiti
La Dc era una grande forza interclassista ma le analogie col Pd finiscono qui. Il Pd di Renzi, a vocazione ultramaggioritaria, poco propenso al compromesso sociale (anche e sopratutto per la mancanza di controparti sociali) è, allo stato attuale, il partito che più di altri è impegnato in un'operazione di riforme strutturali rivolte a smantellare e mercificare garanzie sociali, diritti del lavoro, a restringere spazi democratici. Riforme devastanti che Renzi, convinto di avere il coltello dalla parte del manico, intende più che mai portare avanti.

A conti fatti penso ad un esito del voto che, nonostante il ridimensionamento di Berlusconi, sposta più a destra il punto di equilibrio di tutto il quadro politico. In ragione di ciò penso sia del tutto fuorviante parlare di Renzi e del “renzismo” come ad una possibilità di cambiamento, come fa Vendola in totale contraddizione con lo spirito della lista Tsipras. Su questo punto bisogna essere chiari. Così come si deve essere chiari per quanto riguarda la nostra idea di unità della sinistra. Le giaculatorie sull’unità, sulle alleanze sono totalmente inutili e prive di valore se non viene dichiarato qual è il campo di iniziativa, se dentro o fuori il centrosinistra. Questo è quanto successo in Piemonte. Taluni compagni e pezzi di sinistra, penso a Sel in particolare, hanno commesso l’errore grave di voler costruire una qualche forma di unità stando dentro lo schieramento liberista di Chiamparino invece che proporre da subito, in maniera chiara, una idea di unità della sinistra in autonomia da questo schieramento. Come abbiamo più volte detto la necessità era di essere alternativi in Europa, alternativi in Piemonte.
Il risultato in Piemonte, con la lista l’Altro Piemonte a Sinistra, scontando ritardi e divisioni non certo ascrivibili a quanti hanno fatto questa scelta, è esattamente nei termini che avevamo previsto. Con una differenza fondamentale, in positivo, derivante dal profilo di coerenza che abbiamo mostrato, dai tanti rapporti che sono stati costruiti nel corso della campagna elettorale e da un voto che è stato di forte consapevolezza politica: l’aver ricostruito preziosi elementi di credibilità in virtù di una operazione unitaria di segno alternativo. Il lavoro che abbiamo fatto a livello regionale va proseguito, alimentato, è un lavoro che tornerà molto utile per il cammino unitario che abbiamo da perseguire.
Noi tutti, giustamente, abbiamo dato una valutazione positiva del risultato conseguito con la lista l’Altra Europa con Tsipras, una lista che ha posto al centro della sua proposta politica l’opposizione alle politiche di devastazione sociale praticate da popolari e socialisti in campo europeo. Un risultato importante, d’inversione di tendenza, che dà alla sinistra di alternativa un margine di respiro politico. Convengo che ora bisogna fare un passo in avanti, bisogna costruire la “Syriza italiana”, all’interno della Sinistra Europea, sulla base di un processo effettivamente democratico e partecipato. Impegno che deve andare di pari passo al rilancio di Rifondazione Comunista. Siccome la natura dei problemi, delle difficoltà della sinistra va ben al di là della dimensione riducibile alla politica e alle sue dinamiche penso anche che insieme a un discorso di unità occorra praticare il terreno delle lotte. Come più compagni hanno detto una sinistra politica non nasce se non all’interno di una sinistra sociale impegnata a costruire lotte, movimenti, conflitti sociali.

Roma, 31 maggio 2014

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