Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale del 21 dicembre 2014

Nelle giornate del 20 e 21 dicembre 2014 si è svolto il Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista. Il documento finale è stato approvato con 61 voti favorevoli, 29 contrari e un astenuto.

Il testo del documento:

I compiti di Rifondazione Comunista nella ripresa delle lotte sociali.

Lo sciopero generale del 12 dicembre scorso segna un decisivo punto di passaggio per la vicenda politica e sociale del paese. Dopo anni in cui l’attitudine concertativa dei vertici sindacali aveva consegnato alla passività e alla rassegnazione milioni di lavoratrici e lavoratori, il successo dello sciopero generale e il suo essere inserito in un contesto di mobilitazioni articolato e generalizzato ci parla di una diffusa disponibilità al conflitto.

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LO SCIOPERO C’È, ORA SERVE LA STRATEGIA

LO SCIOPERO C’È, ORA SERVE LA STRATEGIA

di Dino Greco

L’approdo politico (definitivo?) del Pd a trazione renziana è mirabilmente riassunto nello sbocco d’ira con cui il Genio della Lampada ha commentato l’opposizione di massa (ahinoi tardiva) alla cancellazione tardiva dell’articolo 18. “Ma come – ha tuonato Renzi – si pretende che un giudice, cioè un corpo estraneo al libero rapporto fra datore di lavoro e dipendente, entri in fabbrica e limiti la libertà dell’imprenditore di cacciare chi non gli è gradito?”. Eccoci serviti: il luogo di lavoro deve tornare ad essere, più di quanto già non sia, una zona franca, dove sono bandite le leggi dello Stato e i diritti azzerati, a partire da quel relitto antidiluviano che per Renzi e compagnia cantante è la Costituzione repubblicana. La reintegrazione nel posto di lavoro nel caso in cui un licenziamento sia stato intimato senza “giusta causa” è equiparata ad un’usurpazione inflitta all'imprenditore.

Non poteva essere meglio formulata la concezione “basica” dei rapporti sociali incardinata nel pensiero leopoldano: “libero padrone in libera impresa”, ovvero “libera volpe in libero pollaio”. Non perderei tempo in dispute nominalistiche tese ad acclarare se siamo oppure no alla riedizione di una forma di fascismo. Diciamo piuttosto che Renzi rappresenta genuinamente il dominio assoluto del capitale nell'epoca della superfetazione finanziaria. Dentro il bozzolo artificiale di un’esibita modernità tecnologica cresce una politica apertamente reazionaria, di conio ottocentesco, condotta per nome e per conto delle classi dominanti. E’ Renzi stesso, del resto, a farci conoscere i suoi mentori: sono Toni Blair (l’uomo che portò a compimento il disegno di distruzione del welfare inaugurato da Margareth Thatcher); Luigi Zingales (l’erede più recente del mercatismo integrale di Milton Friedman e della scuola di Chicago); e Pietro Ichino (il fautore di un organico programma di distruzione del giuslavorismo moderno e del potere di coalizione dei lavoratori). Fatale, date queste premesse, che si sia giunti a mettere nel mirino il diritto di sciopero e che i questori d’Italia abbiano compreso che si può tranquillamente menare botte sugli operai.

Anche nei piani alti dell’edificio sociale si è colto con sicuro istinto di cosa si tratta. Così, noti finanzieri d’assalto, top manager rampanti, immobiliaristi e palazzinari, vertici di fondazioni ed organizzazioni di impresa sono volati a corte e ora figurano fra i più entusiasti ed ovviamente disinteressati finanziatori della new age. I cui giovani astri nascenti, clonati nel casting fiorentino, sembrano tante “pecore Dolly”, l’ovino – ricorderete – nato biologicamente vecchio, malgrado l’ostentata posa da Ventesima Avenue. Quanto alla cosiddetta minoranza del Pd, quella, per capirci, di ascendente occhettiano, col sangue ormai annacquato da innumerevoli abiure e transumanze, non emette che patetici belati, avendo deciso da gran tempo il proprio approdo liberal-democratico, anch'esso di troppo per la ruzzola liberista che precipita senza freni.

Da dieci giorni la Cgil – paralizzata per anni da un’inerzia letargica – ha fatto la Cgil. E’ bastato questo scampolo di resuscitata vitalità sindacale per fare vacillare la boria del capo del Pd. Persino i media nostrani, sempre avidi di servilismo verso i potenti di turno, hanno dovuto per un istante moderare le proprie ruffiane genuflessioni. E’ il conflitto sociale, bellezza, che quando irrompe sul serio sulla scena politica redistribuisce le carte, lo si voglia o no, a tutti gli attori in gioco. Ora, però, delle due l’una. O si alza davvero il tiro o se si rincula il contraccolpo può diventare micidiale.

Scioperare è molto più che manifestare. Comporta sacrifici consistenti. E so per esperienza che i lavoratori – e massimamente gli operai – per aderirvi vogliono vederci chiaro. Vogliono, innanzitutto, sapere perché vengono chiamati alla lotta. Vogliono vedere – e condividere, attraverso l’esercizio pieno della democrazia – una piattaforma, concordare una strategia e una tattica. E chiedono allo “Stato maggiore” del proprio sindacato di non essere lasciati sul secco di fronte alla prima difficoltà. Potete essere certi che queste cose i lavoratori le chiederanno nelle assemblee già programmate per preparare lo sciopero del 12 dicembre. E staranno molto attenti alle risposte che saranno loro date. Vorranno capire se si apre una vertenza oppure se si sta facendo “ammuina”. Tanto più che la posta è altissima, perché squisitamente politica.

E qui sta la difficoltà. Poiché il punto da cui si riparte – per avere tutto subito, in questi anni, senza colpo ferire – è molto basso. Scioperare per l’articolo 18 è sacrosanto, ma non per tornare alla versione di Elsa Fornero. E affrontare sul serio la crisi non può ridursi a biascicare qualche chiacchiera contro l’austerity e la voracità teutonica. Se fai per davvero devi avere la forza di disobbedire ai trattati iugulatori (da Maastricht al Fiscal Compact, passando per il pareggio di bilancio) e chiarire cosa ciò comporta; devi chiedere una vera patrimoniale e una politica fiscale che restituisca progressività all’imposta sul reddito; devi pretendere che sia posto un tetto agli stipendi e alle pensioni; devi opporti alle privatizzazioni e rivendicare concrete misure contro le delocalizzazioni; devi riprendere l’iniziativa per il rinnovo dei contratti scaduti da secoli; devi porre all'ordine del giorno la statalizzazione della siderurgia nel contesto di un nuovo ruolo della “mano pubblica” e rimettere in discussione il ruolo della Banca centrale e della Cassa depositi e prestiti; devi avere una linea chiara sugli investimenti nell'infrastrutturazione primaria, smettendo di parlare acriticamente di crescita e contemporaneamente rilanciando una strategia di riduzione generalizzata degli orari di lavoro senza la quale è velleitario pensare che si possa venire a capo della disoccupazione.

Ebbene, tutto questo al momento non troviamo nella bisaccia della Cgil che troppa polvere ha accumulato sul proprio armamentario strategico. Per questo spetta a noi il compito di partecipare a tutte le mobilitazioni prossime venture, non in modo passivo, o invisibile, ma ponendo ovunque l’intera dimensione del conflitto.

Mobilitazioni del 24 e 25 ottobre e preparazione della manifestazione dell’Altra Europa del 29 novembre

Mobilitazioni del 24 e 25 ottobre e preparazione della manifestazione dell’Altra Europa del 29 novembre.

Care compagne e cari compagni,

è evidente che il governo Renzi si configura sempre più come un governo che fa politiche organicamente di destra. Renzi vuole portare a compimento il disegno di precarizzazione del lavoro e distruzione dell’articolo 18, in totale complicità con i diktat della troika, mentre contemporaneamente riduce il Parlamento a puro strumento dell’esecutivo, anticipando con i propri comportamenti il disegno neo-autoritario iscritto nel processo di controriforma costituzionale.

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Costruire l’opposizione al governo Renzi, unire la sinistra, rilanciare il PRC

Documento approvato dalla Direzione nazionale del PRC del 19 settembre 2014

Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi assistiamo ad una più sempre preoccupante escalation a livello globale. E’ il segno di come la crisi economica porti con sè una profonda ridefinizione dei rapporti geopolitici a livello internazionale, con una crisi dell’egemonia del blocco imperialista occidentale e l’ascesa delle nuove potenze che, con il recente incontro dei Brics, hanno definito un livello ulteriore di integrazione politico economica.

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Una nuova fase si è aperta: unire la sinistra e il ruolo dei comunisti

Documento approvato dalla Direzione nazionale di Rifondazione Comunista il 6 luglio 2014

Nell'ultima fase vari elementi indicano che il progetto di costruzione della sinistra di alternativa ha fatto alcuni importanti passi in avanti:
L'esito delle elezioni europee de L'Altra Europa con Tsipras e il superamento dello sbarramento; l'elezione di tre parlamentari - tra cui la compagna Eleonora Forenza - che coerentemente con le premesse e il profilo della lista hanno aderito al Gue; l'attività dei comitati territoriali della lista che è proseguita e sta proseguendo anche dopo la campagna elettorale; la diffusa richiesta di dare vita ad un soggetto politico della sinistra antiliberista.
Il nostro impegno in questa direzione, coerentemente con i contenuti del documento politico conclusivo approvato al congresso nazionale di Perugia e con il documento politico approvato dall'ultimo Comitato Politico Nazionale, deve proseguire e rafforzarsi, sia nell'attività dei comitati territoriali sia in vista dell'assemblea nazionale che si terrà il prossimo 19 luglio.
Noi riteniamo che la costruzione di una soggettività unita e plurale della sinistra, debba essere perseguita in tempi rapidi, al fine di rispondere positivamente alla domanda emersa nelle elezioni europee. Affinché sia possibile la costruzione della "Siryza italiana" autonoma e alternativa al PD, è necessario attivare forme e modalità di coinvolgimento partecipativo e decisionale di tutte e di tutti coloro che si riconoscono in quella proposta politica. In questa direzione, il partito della Rifondazione Comunista è impegnato nella costruzione e nella diffusione di comitati territoriali in tutto il paese, puntando al loro allargamento ed al coinvolgimento di tutti i soggetti politici, sociali e culturali interessati.
Il nodo del radicamento e del processo di funzionamento democratico non è però sufficiente per la costruzione della "Syriza italiana": diventa centrale il terreno dell'iniziativa politica su base nazionale ed europea .
Per questo condividiamo e facciamo nostre le proposte avanzate ieri, sabato 5 luglio, dalla delegazione parlamentare italiana del Gue in occasione dell''incontro pubblico organizzato a Roma dalla lista Tsipras e dal Gue e accolte dall'assemblea stessa. Si tratta dell'organizzazione a Roma di una grande manifestazione europea, in opposizione al programma di governo europeo e italiano e per rilanciare le proposte su cui costruire l'alternativa. Dell'adesione e della partecipazione a tutte le iniziative di lotta e manifestazioni che si terranno nell'ambito del "controsemestre europeo". L'organizzazione di un ciclo di seminari e assemblee pubbliche sui temi della crisi, della disoccupazione di massa, della precarietà, del reddito, del diritto all'abitare, della pace, dell'immigrazione.
Proprio per passare dalla lista elettorale alla costruzione della sinistra di alternativa, riteniamo fondamentale assumere come centrale l'obiettivo della costruzione di un'opposizione sociale e politica di massa nel nostro Paese, consapevoli che il progetto della "sinistra del centrosinistra" è in tutta evidenza fallito.
Riteniamo inoltre necessario operare per la piena riuscita dell'assemblea nazionale convocata dalla lista per il 19 luglio prossimo. Si tratta di un punto di passaggio importantissimo al fine di decidere e lanciare ufficialmente il programma di iniziative proposte dal gruppo parlamentare europeo a partire dalla manifestazione nazionale, e altrettanto importante al fine di dotare la lista di una struttura leggera e condivisa di coordinamento, in grado di rendere operative le scelte decise nei momenti assembleari.
Abbiamo quindi fatto alcuni passi in avanti nella direzione della costruzione di una soggettività unita a plurale della sinistra. Parallelamente dobbiamo rafforzare e far avanzare l'altra gamba su cui si fonda il nostro progetto politico: il rilancio e il rinnovamento della rifondazione comunista. Rilancio e rinnovamento tanto più necessari in questa fase in cui la nostra linea politica e la prospettiva strategica che ci siamo dati è uscita rafforzata da quanto avvenuto in questi mesi.
In questa prospettiva il nostro impegno è finalizzato al rafforzamento e al rilancio del partito, al tesseramento, all'autofinanziamento, alla formazione politica, al radicamento sociale. In questo contesto particolare impegno deve essere posto al nodo dell'autofinanziamento, che chiede un vero e proprio salto di qualità al fine di poter rilanciare l'azione politica. Siamo anche impegnati a valorizzare e a tracciare percorsi di ricomposizione dei comunisti e delle comuniste nella prospettiva della rifondazione e nel comune lavoro di costruzione della sinistra In questo avvertiamo la necessità di dar vita ad uno spazio di discussione aperto e di un approfondimento sulla prospettiva delle comuniste e dei comunisti nel tempo presente. A tal fine promuoveremo a settembre un convegno nazionale sull'attualità del comunismo
S i da mandato alla segreteria nazionale di definire, in tempi brevi, una potenziamento dei nostri strumenti informativi con cui promuovere e diffondere le iniziative e la linea politica del partito, stimolare il dibattito politico e culturale, allargare il tessuto delle interlocuzioni sociali, culturali e politiche.

Approvato con 1 voto contrario e 3 non partecipanti al voto dalla Direzione nazionale del 6 luglio 2014

COSTRUIAMO LA “SYRIZA ITALIANA”

Documento approvato dal Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista.
Il voto del 25 maggio è segnato in tutta Europa dalla sofferenza sociale causata dalle politiche di austerità praticate da popolari, liberali e socialisti.
Il segno prevalente è il malessere dei popoli europei rispetto alle conseguenze delle politiche di austerità assunte in sede europea in questi anni, che hanno aggravato la crisi, e rispetto ai governi e alle maggioranze, subalterne al neoliberismo .
A fronte di questo risultato, le classi dirigenti europee rappresentate dal Partito Popolare e dal Partito Socialista intendono rispondere coniugando la prosecuzione di politiche a tutela dei profitti, delle rendite finanziarie e delle banche con la costruzione di una strategia di recupero del consenso popolare. In questa direzione si muovono le proposte di proseguire le politiche neoliberiste allentando le politiche di austerità che hanno già determinato una drastica riduzione dei livelli di copertura del welfare e dei diritti dei lavoratori.

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Maxi processo Tav, Ferrero testimone: lacrimogeni su centinaia persone

Il 27 giugno 2011 in Valsusa c’è stato «un assedio medievale. C’e’ stata una gasatura di qualche centinaio di persone senza possibilita’ di risolvere la situazione». Lo ha dichiarato Paolo Ferrero, intervenuto come teste della difesa al maxi processo a 53 No Tav per i fatti dell’estate 2011 in Valsusa. «Ho partecipato spesso a manifestazioni “complicate” – ha aggiunto Ferrero – ma in quel caso per la prima volta chi era sul posto non aveva la possibilita’ di arrendersi.

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Il pieno sostegno di Rifondazione Comunista alla lista Tsipras.

Le elezioni europee del 25 maggio rappresentano una grande possibilità per avviare - da sinistra - la messa in discussione dell'impianto politico, istituzionale ed economico neo-liberista che sta alla base di questa Europa. Attraverso le politiche di austerità vogliono distruggere l’Europa sorta dopo la sconfitta del nazifascismo, quell’Europa basata sulla democrazia, sul welfare, sui diritti dei lavoratori. Noi dobbiamo fermare questa offensiva che si maschera da presunta oggettività economica ed è stata esplicitata dal presidente della BCE Mario Draghi con la formula del “pilota automatico”.
Queste elezioni sono l'occasione per contribuire alla costruzione di un'opposizione politica e sociale di sinistra alle politiche di austerità praticate tanto dai governi conservatori quanto dai governi espressione di forze e coalizioni riformiste. Noi vogliamo dare uno sbocco positivo al disagio sociale crescente costruendo un’alternativa all’impianto politico dei socialisti europei e alla formula politica della "grossa coalizione" - o delle "larghe intese" – che è praticata ormai in diversi paesi europei – e che viene riproposta per il governo europeo - con l'obiettivo di anestetizzare ogni forma di opposizione. .
In questi mesi il nostro partito ha lavorato per la costruzione di una lista unitaria della sinistra di alternativa per le elezioni europee. Abbiamo avanzato per primi, all'interno della Sinistra Europea, la candidatura di Alexis Tsipras alla presidenza della Commissione europea; abbiamo lavorato con spirito unitario in Italia perché potesse prendere piede una proposta politica e programmatica chiara nella collocazione, e al contempo inclusiva.
Abbiamo proposto che la lista si costruisse come spazio pubblico della sinistra di alternativa e avesse un carattere marcatamente democratico nella sua costruzione concreta. Il processo di costruzione ha vissuto varie contraddizioni e riteniamo che questo abbia portato ad errori nel percorso della costruzione della lista, in particolare, all'esclusione della parola "Sinistra" dal simbolo e dalla denominazione della lista, alle modalità centralizzate con cui sono state decise le candidature, alla non presenza di compagni e compagne del PdCI nella lista.
Questi errori non inficiano però l’assoluta positività della costruzione della lista e il ruolo politico decisivo che questa lista può giocare nelle elezioni europee e successivamente. Il terreno politico su cui avviene la costruzione di questa lista unitaria è infatti cristallino: è chiarissima la netta opposizione da sinistra alle politiche di austerità e la scelta di lavorare per un'altra Europa; le liste presentate nelle diverse circoscrizioni presentano candidature rappresentative di lotte, vertenze, battaglie culturali, comitati e associazioni. Le differenze rispetto a Rivoluzione Civile, le cui liste venivano giustamente lette come la lottizzazione praticate da gruppi dirigenti di forze politiche in gran parte poco coerenti, sono evidenti. C'è una chiara continuità e convergenza tra la collocazione e le proposte politico-programmatiche di Rifondazione Comunista e la collocazione e le proposte politico-programmatiche - pensiamo al documento programmatico della Sinistra Europea o ai dieci punti presentati da Tsipras - de "L'Altra Europa con Tsipras": anche per questo, un buon risultato della lista sarebbe un passo importantissimo, nel nostro Paese, per la costruzione della sinistra di alternativa.
Proprio per questo Rifondazione Comunista è impegnata pienamente al successo della lista “un'altra Europa con Tsipras”, a partire dalla raccolta delle firme per la presentazione. La raccolta di 150.000 firme ed in particolare la raccolta di almeno 3.000 firme nelle regioni più piccole, è un punto di passaggio difficile ma decisivo per la presentazione della lista.
Rifondazione Comunista impegna tutte le sue strutture alla raccolta delle firme e a costruire iniziative di solidarietà militante con le strutture regionali più piccole e più in difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi dettati dalla legge.
Vogliamo dire con tutta chiarezza che non esiste alternativa alla raccolta delle firme, non esiste un piano B. La possibilità della presentazione di questa lista unitaria di sostegno alla candidatura di Tsipras presidente, è legata all’autonoma capacità della lista di raccogliere le firme e presentarsi con la propria identità. Per questo la raccolta delle firme è un dato fondativo della possibilità della presentazione della lista e del nostro progetto politico.
Connesso al lavoro di raccolta delle firme vi è il lavoro politico per la buona affermazione elettorale della lista. Non si tratta solamente di porsi l’obiettivo di superare lo sbarramento elettorale ma di costruire nel paese una battaglia politica e culturale che proponga il tema dell’uscita dell’austerità da sinistra. Noi dobbiamo operare con spirito maggioritario ed evidenziare come la nostra proposta politica sia l’unica che permette di uscire dalla crisi economica e di evitare che la crisi economica diventi a tutti gli effetti una crisi di civiltà.
In questo vogliamo valorizzare nella campagna elettorale le proposte politiche e sociali del partito e della Sinistra Europea - a partire dal Piano per il Lavoro - organizzando incontri ed iniziative nazionali e internazionali,valorizzandone contenuti e ampiezza di relazioni.
Come Rifondazione abbiamo lavorato in queste settimane anche per esprimere, all'interno della lista, candidature di compagni e compagne iscritte al partito, espressioni dei gruppi dirigenti locali e nazionale, espressioni delle lotte e delle vertenze in cui ci siamo maggiormente impegnati in questi anni. In un contesto di valutazione positiva delle liste per la qualità politica delle stesse e per la presenza al loro interno di numerose ottime candidature, occorre fare un lavoro a sostegno dei nostri candidati ed in particolare il Comitato Politico Nazionale dà indicazione affinché vengano sostenute da tutte le strutture le seguenti candidature. Si tratta di figure emblematiche delle lotte e dei percorsi politici che riteniamo necessario valorizzare nella battaglia contro le politiche neoliberiste e per la costruzione anche in Italia di una forte Sinistra Europea.
Nicoletta Dosio (circoscrizione Nord-Ovest);
Paola Morandin (circoscrizione Nord-Est);
Fabio Amato (Centro);
Eleonora Forenza (Sud);
Antonio Mazzeo (Sicilia);
Simona Lobina (Sardegna).

Il Comitato Politico Nazionale perciò, recependo anche l'esito della consultazione interna avvenuta tra le iscritte e gli iscritti del partito, esprime e conferma l'adesione e il sostegno di Rifondazione Comunista alla lista "Un'Altra Europa con Tsipras" per le prossime elezioni europee. Chiede alle strutture territoriali di proseguire la massima mobilitazione - all'interno dei comitati territoriali per Tsipras - sulla raccolta delle firme per la presentazione in tutte le circoscrizioni della lista. Invita tutte le compagne e compagni a garantire il massimo sforzo per la campagna elettorale a favore della lista e a sostegno delle candidate e dei candidati sopra indicati.

Il Comitato Politico Nazionale, detto tutto questo:
- approva il simbolo elettorale con cui si presenterà “Un'Altra Europa con Tsipras” e le liste ad esso collegate;
- decide di aderire alla manifestazione del prossimo 12 aprile promossa da varie realtà sociali e anticapitaliste contro l'austerità e i diktat della Troika.

Documento presentato dalla Segreteria nazionale
Approvato a maggioranza

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