Ricordo di Ezio Locatelli

Grazie innanzitutto di essere qui, in tanti, a stringerci intorno a Gianni, a rendergli omaggio, a salutarlo per l’ultima volta. Un omaggio e un saluto colmo di affetto e di gratitudine per un uomo, un compagno a noi caro che ha dato e rappresentato molto in questa città, e non solo, sul piano dell’impegno civile, politico, sindacale, istituzionale, culturale. Tanti diversificati piani di impegno che danno il senso di una grande operosità e insieme di una grande compiutezza di pensiero, di personalità. Soprattutto di un impegno portato avanti stando sempre, in ogni circostanza, dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, delle persone più umili, di tutti quei valori – diritto e dignità del lavoro, uguaglianza, giustizia sociale, libertà, pace – che si sono affermati a seguito della rivoluzione vittoriosa dell’antifascismo e della Resistenza. Una rivoluzione di cui Gianni, a quel tempo giovanissimo, è stato parte attiva dando il proprio contributo all’apertura di una nuova stagione di speranza, di una nuova società aperta sul futuro. Una idea che non lo abbandonerà mai più nel suo percorso di vita. A proposito di questo percorso dirà: “iniziammo giovanissimi, nel periodo della lotta contro il fascismo, che sapevamo poco niente, eravamo politicizzati per rabbia”.
Quanta strada ha fatto quel giovane che presto trova nella speranza di un domani migliore e diverso e nell’esperienza della fabbrica – dirà: “l’esperienza più formativa che ho avuto in tutta la vita”, - le ragioni di un impegno politico: dapprima nel Psi e poi in una linearità di percorso nel Psiup, nel Pci e infine, in dissenso con lo scioglimento di questo partito, in Rifondazione Comunista di cui – lo diciamo con orgoglio e riconoscenza- è stato il primo coordinatore provinciale. Come ho già avuto modo di dire Gianni è stato molto altro.
Per le sue capacità, ha avuto tanti incarichi e tante responsabilità, tra questi l’incarico, a cui teneva molto, quello di segretario della Camera del Lavoro negli anni delle lotte e delle conquiste operaie; ha svolto un lavoro di approfondimento e di scrittura, tra questi i molti libri scritti sul tema del lavoro, del rapporto fabbrica territorio, della capacità della classe operaia di costituirsi come soggetto di trasformazione.
Gianni, per certi aspetti, è stato un eretico, la cui diversità sta nell’aver concepito la politica, prima ancora che sul piano della rappresentanza o della mediazione istituzionale, nell’ottica di una assunzione piena delle ragioni del movimento reale, il che lo ha portato costantemente a privilegiare tutte quelle istanze sociali, di lotta, di democrazia dal basso che rappresentano in ogni momento la linfa vitale di ogni processo di cambiamento. Dirà, a proposito della sua esperienza in Parlamento: “ha un senso fare il parlamentare se hai un cordone ombelicale che ti lega con la gente e i problemi del tuo posto”.
Gianni oltre a un uomo di tante battaglie politiche sindacali è stato un uomo in tensione permanente con se stesso - insieme alla lotta, lo studio, la ricerca, la critica - il che spiega del perché, lui personaggio di grande levatura e di grandi trascorsi, abbia mantenuto una distanza da qualsiasi conformismo organizzativo e politico, cosa non sempre facile in un ambiente che assimila, integra, corrompe, che tende a riprodurre la politica come separazione.
In una intervista rilasciata in occasione dei suoi 80 anni Gianni dice: “io sono contento e fiero della mia vita, anche se è stata per certi aspetti pesante e amara…”Partito amato, amaro partito” … mi ha cambiato, credo in meglio rispetto a cos’ero ragazzo: sono fiero di questo”. Ed ancora: “il mio formarsi nel tempo non mi consente di mettermi sotto un albero a riposare… In questo momento e finché le forze me lo consentiranno non farò l’appartato …”.
Gianni sei stato come sempre uomo di parola e per questo ti ringraziamo per tutto quello che hai fatto e hai dato. Permettetemi infine un ringraziamento particolare a Gianni per le parole di incoraggiamento quando sono stato chiamato, più di tre anni fa a Torino, a dare il mio contributo a Rifondazione Comunista. L’ultima volta che ci siamo visti è stato non molto tempo fa quando a Gianni ho trasmesso la gioia e l’orgoglio delle compagne e compagni per il conferimento alla sua persona del Sigillo Civico, la più alta onorificenza di Torino.
Non potendo più parlare, stanco e sofferente, la risposta è stata una lacrima di commozione.  Ora Gianni puoi davvero permetterti di riposare accanto alla tua cara moglie Pierina che presto raggiungerai sul lago Maggiore.  Ti accompagni il nostro pensiero di affetto e di gratitudine e insieme la promessa che faremo di tutto perché il tuo insegnamento viva nelle battaglie politiche di libertà, di dignità, di giustizia sociale che abbiamo davanti a noi.
Ezio Locatelli

Tesseramento 2023

 

  

 

L’ISCRIZIONE A RIFONDAZIONE COMUNISTA: UNA SCELTA DI CLASSE

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