Presidio contro la propaganda sul giorno del ricordo

Fausto Cristofari*: "Non si può accettare che un’istituzione come la Regione Piemonte apponga il proprio sigillo sulla brutta copia della propaganda anti comunista della guerra fredda! Non si può accettare che si faccia girare all’indietro la ruota del tempo, sprofondando nuovamente nelle falsità di una propaganda che si ispira apertamente alla destra fascista! "

Mercoledì 9 febbraio - ore 15 - Palazzo Lascaris (via Alfieri 15) - Torino
Iniziativa unitaria di Sinistra in Comune (Partito della Rifondazione Comunista, DeMa, Sinistra Anticapitalista, Torino Eco Solidale), Partito Comunista Italiano, Fronte Popolare Con l'adesione dell'ANPI provinciale

Inaccettabile il manifesto della Regione Piemonte per il 10 febbraio, Giorno del ricordo. Non si può accettare che le vicende istriane, avvenute nel contesto di un tragico conflitto mondiale e che dovrebbero essere oggetto di un vero approfondimento storico, vengano strumentalizzate così platealmente nei manifesti della Regione Piemonte. Ci uniamo alla richiesta dell’ANPI di ritirare immediatamente quel manifesto provocatorio e fuori dal tempo. Non è accettabile che una istituzione pubblica si faccia strumento di un simile scempio. A partire dal 2004, il 10 febbraio di ogni anno si tiene il “Giorno del Ricordo”, istituito allo scopo di ricordare le vicende che si svolsero in Istria sul finire del secondo conflitto mondiale. In realtà, la data del 10 febbraio 1947 andrebbe ricordata per essere la data della firma del “Trattato di Parigi”, che sancì la sconfitta delle armate fasciste e naziste, che costò 50 milioni di morti fra la popolazione civile, fra cui 6 milioni di ebrei e 30 milioni di cittadini e cittadine dell’URSS. Invece, l'istituzione del “Giorno del Ricordo” volle essere una sorta di controbilanciamento (come se ciò fosse possibile!) delle celebrazioni della Liberazione (25 aprile in primis). Le tragiche vicende istriane devono per forza di cose essere considerate all’interno del contesto in cui avvennero, segnato dalle convulsioni di una guerra civile, parte di un tremendo conflitto mondiale. Eventi, questi, causati dalla guerra di aggressione scatenata dai governi fascista e nazista, con i crimini di guerra commessi dalle truppe italiane, a seguito dell’invasione della Jugoslavia, che causò 230.000 morti fra le popolazioni civili di Montenegro, Croazia, Slovenia. Le stesse terribili vicende conosciute come “foibe” (che ebbero momenti diversi, con l’insurrezione popolare del 1943 e poi nel maggio 1945) non devono essere negate, ma certamente ricondotte alle loro reali dimensioni e inserite in questo contesto terribile. Invece, esse diventano l'occasione per nuove e continue strumentalizzazioni, anzi, in questo caso, di vera e propria propaganda reazionaria. Che senso avrebbe, altrimenti, riesumare, nello stile e nei contenuti, gli strumenti propagandistici della destra nostalgica tipici del dopoguerra e della “guerra fredda”? A pochi giorni dalla celebrazione della “Giornata della Memoria”, in ricordo della shoah, è una provocazione inaccettabile vedere dipinti quei giganti con la stella rossa che scacciano civili inermi: fingendo di dimenticare che furono i soldati dell’Armata Rossa a porre fine all'inferno di Auschwitz! Invitiamo tutte le forze democratiche e antifasciste a ritrovarsi davanti al Consiglio Regionale di Palazzo Lascaris, per un momento di riflessione e di protesta, mercoledì 9 febbraio alle 15.

* Segretario provinciale Rifondazione Comunsta Torino

Tesseramento 2023

 

  

 

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