RIFONDAZIONE COMUNISTA E IL PROGETTO DI POTERE AL POPOLO 


L’autonomia del nostro Partito e l’unità antiliberista di Ezio Locatelli

Bene ha fatto Maurizio Acerbo nel suo intervento all'assemblea nazionale di Napoli a dire in maniera molto ferma che l'impegno unitario in Potere al Popolo non può mettere in alcun modo in discussione l'esistenza di Rifondazione Comunista così come di altre realtà politiche, associative che hanno scelto di far parte di un percorso comune.


E' un problema di conservazione? Tutt'altro, è un problema di innovazione, l'idea che bisogna andare alla costruzione di un movimento ampio, aperto, plurale. Sia detto, nello spirito originario del manifesto di Potere al Popolo che parla della costruzione di "un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all'opposizione e non si sono arresi." "'esatto contrario di una reductio  ad unum, della costruzione di un partitino autoreferenziale diviso dall'ossessione di arrivare a strette organizzative. Come ha scritto Samir Amin qualche tempo fa contrastare la dispersione delle forze antiliberiste, ricostruire una politica di società e di alternativa chiede  di "cambiare la maniera di fare politica" in analogia, per certi aspetti, con la linea di condotta adottata ai tempi dalla Prima Internazionale. Organizzazioni di natura e statuti differenti, partiti, sindacati, associazioni civili, personalità fautori di strategie assai diverse seppero allora realizzare una convergenza nel rispetto  del principio democratico della diversità. E' un po' quello che dobbiamo cercare di fare adesso come Rifondazione Comunista avendo chiaro, una volta per tutte, che il movimento in costruzione di "Potere al Popolo", per la sua eterogeneità, non può in alcun modo essere sostitutivo del ruolo  e della funzione che deve continuare a svolgere più che mai il nostro Partito. I due piani di impegno, quello che un tempo avremmo definito il piano dell'autonomia e il piano dell'unità, vanno tenuti insieme.  

Ci aspettano mesi impegnativi di opposizione alle due destre che occupano in questo momento l'intera scena politica, da una parte la destra xenofoba e populista che si e' insediata al governo, dall'altra la destra liberista falsamente progressista.
Dobbiamo cercare di fuoriuscire da questa gabbia costruendo l'unità di tutte le forze in lotta contro l'austerità e la dittatura dei mercati finanziari, contro vecchie e nuove forme di fascismo e guerra tra poveri. Dobbiamo farlo sapendo anche che nessuna pratica di cambiamento va avanti senza una ripresa di protagonismo e di lotte sociali. E' in questo senso che Rifondazione Comunista lavora per riaprire una prospettiva di trasformazione.

(L'articolo è pubblicato sul notiziario online del PRC-SE "Dire, fare Rifondazione" Anno III, numero 2 giugno 2018, che si invita a leggere cliccando sul link di questa pagina)