Ripartiamo da una nuova vivibilità delle nostre città, investiamo sul benessere urbano dei quartieri

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Focus mobilità di Simone Ciabattoni 

L'emergenza Covid 19 sta segnando profondamente le nostre vite. Stiamo sperimentando la percezione della vulnerabilità, una componente sentimentale di paura che molti di noi non era abituato a sopportare. 

Certamente il modello di sviluppo mondiale ha profondamente inciso sulla propagazione e mala gestione dell'emergenza. Si stanno svolgendo in queste settimane studi ed approfondimenti per capire se la componente inquinamento possa contribuire a veicolare il virus. Ad oggi non abbiamo risposte scientificamente provate che avvallino questa tesi, certo è che il virus si diffonde più rapidamente nelle nostre città o comunque in aree dove è maggiore la densità di popolazione. 

Non si pensi sia un episodio circoscritto a questi primi mesi del 2020, il Covid 19 ( così come in futuro altri virus), potranno ancora circolare e diffondersi con intensità e distruzione.
Quali misure allora adottare per limitare i contagi?
Credo vada ripensato interamente lo spazio delle nostre città. La scommessa maggiore è quella di riuscire a riacquisire pezzi di territorio "mercificato " e in questi anni sottratto all'uso. Intendiamo in questo senso sviluppare una cultura del benessere urbano che ponga al centro la vivibilità della persona.
Lo diciamo da anni, "l'addensamento delle attività economiche nelle aree urbane, insieme al consolidarsi di stili di mobilità dei cittadini sempre più frammentati, ha prodotto una crescita generalizzata della domanda di trasporto delle persone e delle merci, soddisfatta in
larga parte da mezzi privati di locomozione.
I livelli di inquinamento atmosferico e la congestione del traffico spingono verso una mobilità sostenibile, che deve rendere le forme di trasporto, alternative all’auto privata".
Oggi però affrontiamo una ulteriore sfida, quella del contagio, che si diffonde tanto più rapidamente quanto maggiore é la vicinanza interpersonale.
Servono allora proposte che sappiano tenere assieme queste diverse esigenze. Una nuova mobilità diventa la chiave di lettura per la fase 2.
Chiediamo quindi che vengano date delle precise ed urgenti risposte per :
- potenziare il trasporto pubblico locale. Servono mezzi aggiuntivi all'attuale flotta circolante anche con l'utilizzo di mezzi che circolavano unicamente su tratte extraurbane
-sistemi di verifica delle capienze dei mezzi di trasporto
-allargamento delle pensiline delle fermate con tracciamento di percorsi di sosta e ingresso- uscita dal mezzo pubblico
- intervento sulla rete cittadina con nuove linee che congiungono territori ad oggi non collegati
- ripristino delle fermate sospese qualche mese fa
-rimodulazione tariffe e incremento tempi di validità del biglietto ( maggiore dei 100 minuti attuali)
- processi di pedonalizzazione a partire dai borgi e dalle aree a vocazione maggiormente commerciale
-allargamento dei marciapiedi
- istituzione di zone 30
- incremento percorsi ciclabili
-stalli, parcheggi e depositi per biciclette
-abbattimento delle barriere architettoniche
Queste alcune delle proposte che possono essere attuate. Serve un grande sforzo di responsabilità, serve affrontare al più presto la diacussione per una nuova mobilità cittadina

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