SULLA QUESTIONE DELLA RIVALUTAZIONE DEL CAPITALE DI BANKITALIA - di Claudio Bettarello

BIGNAMINO POPOLARE
SULLA QUESTIONE DELLA RIVALUTAZIONE DEL CAPITALE DI BANKITALIA

a cura di Claudio Bettarello

La Legge Bancaria del 1936 definì la Banca d'Italia un “istituto di diritto pubblico” e le affidò definitivamente la funzione di emissione della moneta nazionale; gli azionisti privati vennero espropriati delle loro quote, che furono riservate a enti finanziari di rilevanza e proprietà pubblica (assicurazioni, istituti previdenziali, banche e casse di risparmio). Il capitale venne fissato in 300 milioni di lire e suddiviso in 300 mila quote da 1000 lire ciascuna.
Da allora, tale capitale (156 mila euro) non era mai stato rivalutato (a differenza di quanto avvenuto per altre banche centrali europee) ed era ormai tra i più bassi nei paesi dell’eurozona (davanti solo alla banca irlandese e dietro persino a quella cipriota, sostiene l’ABI) malgrado che Banca d’Italia risulti tra gli istituti centrali più patrimonializzati del continente.

La legge approvata nei giorni scorsi alla Camera autorizza la Banca d’Italia (che aveva già provveduto alle necessarie modifiche statutarie) ad aumentare il proprio capitale a 7,5 miliardi di euro. Ciò avviene attraverso l’utilizzo di parte delle proprie riserve. Al di là di tecnicismi vari, si può senz’altro affermare che si tratti di “risorse pubbliche” in quanto accumulatesi nel tempo nell’esercizio di funzioni pubbliche.





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