Il PD sulle case popolari come la Lega? La Sindaca respinga la divisione in cittadini di serie "A" e serie "B"

Leggiamo le dichiarazioni del fu sindaco della città di Torino, Piero Fassino, in cui sostiene  che occorrerebbe differenziare le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari tra cittadini stranieri e nativi. Tali dichiarazioni escono a ruota di quelle del Presidente dell’ATC torinese, Marcello Mazzù, il quale imputa la crisi delle entrate del proprio ente all’aumento della morosità (incolpevole) conseguente l’abolizione dei requisiti reddituali (cioè l’esistenza di un reddito) al fine dell’assegnazione delle case popolari anche per i cittadini extracomunitari.

Quindi il problema per questi illustri esponenti del PD non è la povertà che travolge strati crescenti dei nostri concittadini, ma la provenienza geografica dei cittadini poveri.

Se poi ai cittadini extracomunitari aggiungessimo anche i cittadini italiani nati nelle regioni del Sud del nostro Paese nonché i cittadini portatori di handicap, fisici e psichici, nonché i malati cronici, probabilmente sfioreremmo il 100% dell’universo di persone che genera la morosità incolpevole degli assegnatari delle case popolari.

Il problema non è nascondere la povertà sotto il tappeto, il problema è assegnare adeguate e persino straordinarie risorse per le case popolari, per le quali l’Italia resta fanalino di coda dei paesi maggiormente sviluppati dell’Europa.

Facciamo appello alla Sindaca della Città di Torino perché sappia respingere le provocazioni di un PD allo sbando, e ponga le condizioni per l’esercizio effettivo del diritto all’abitazione.

“Creare le condizioni minime di uno Stato sociale, concorrere a garantire al maggior numero di cittadini possibile un fondamentale diritto sociale, quale quello all'abitazione, contribuire a che la vita di ogni persona rifletta ogni giorno e sotto ogni aspetto l'immagine universale della dignità umana, sono compiti cui lo Stato non può abdicare in nessun caso”. È in questo modo che la Consulta ha affermato la rilevanza costituzionale del diritto all’abitazione, riconoscendolo come diritto sociale fondamentale collegato all’universale principio della dignità umana e facendolo rientrare tra “i requisiti essenziali caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzione”. Quella Costituzione, la nostra Costituzione, che il PD renziano vuole manomettere.

Torino, 11 luglio 2016                         

Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Torino

NOTA! Questo sito utilizza cookie anche di terzi per inviarti servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, acconsenti all'uso dei cookie.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta.

Approvo