Contro la crisi un nuovo spazio pubblico a Torino - Una Casa del Popolo oltre la sede PRC

di Ezio Locatelli

La storica sede provinciale di Rifondazione Comunista di Torino, una sede bella e spaziosa, è tutta a soqquadro. Niente paura! Il soqquadro è voluto, ha come artefice il partito stesso, il suo gruppo dirigente e i suoi compagni che hanno deciso di dare pratica attuazione al progetto di partito sociale e di far nascere una Casa del Popolo.

Un progetto dove, oltre alla sede di Rifondazione Comunista, possano trovare posto associazioni e attività di carattere sociale, culturale, ricreativo.

Qual è l'idea di fondo che muove questo progetto? Nostra convinzione è che occorre dare una risposta ad una crisi devastante che tende a distruggere diritti e legami sociali, democrazia e partecipazione. Una risposta politica che non può più avere, come riferimento privilegiato, il terreno disastrato della rappresentanza e della delega istituzionale. Lungi da noi dal pensare ad una separazione del piano politico, piano in cui deve entrare sempre più la parola unità, da quello sociale. Il problema è un altro, è il lavoro da fare per una ricostruzione del conflitto sociale e, insieme a questo, la  ricostruzione di luoghi di resistenza, di solidarietà, di socialità. Spazi pubblici dove gli interessi e le culture, di chi non può e non vuole arrendersi, possano ritrovarsi e ricostruire il senso di una speranza collettivamente condivisa, di un diverso progetto di società e di convivenza civile.

Torino ha uno straordinario retroterra di associazionismo mutualistico proletario risalente ai primi del '900: spacci alimentari, casse di solidarietà, centri di ritrovo e ricreazione, farmacie e quant'altro. Associazionismo quale formidabile strumento di raccordo con i bisogni popolari e di autofinanziamento del movimento operaio e socialista che a quel tempo era ai sui primordi. Tempi lontani? Sicuramente, ma oggi, come allora, il tema è quello della riorganizzazione sociale, della soggettivazione politica. La crisi ci induce ad assumere una diversa visione politica. Questo tema va affrontato partendo dai bisogni ingenerati dalla crisi, dalle politiche liberiste e di sfruttamento intensivo della forza lavoro, tra questi il bisogno di non essere lasciati soli, in balia dei processi di precarizzazione, di disintegrazione delle reti di protezione sociale, in balia delle difficoltà economiche, lavorative, esistenziali.

Per venire a noi, alle cose pratiche. In questi mesi, come Rifondazione Comunista di Torino, abbiamo lavorato ad una riorganizzazione degli spazi della sede provinciale per un loro utilizzo integrato, una loro rivitalizzazione, riproponendo per l'appunto, in un certo qual modo, il modello delle Case del Popolo: spazi di aggregazione, di confronto, di condivisione e solidarietà. Tanto per incominciare, nel giro di poche settimane, prenderanno il via un Circolo ricreativo, sportelli sociali in tema di diritti alla casa e dei migranti, un centro di assistenza fiscale. Si sta lavorando inoltre per approntare un gruppo di acquisto popolare. Per l'avvio di queste attività e l'utilizzo integrato degli spazi si è costituita l'Associazione di promozione sociale "La Poderosa" - l'associazione è affiliata all'Arci - a significare l'inizio di un lungo viaggio in cui avremo modo di sperimentare le potenzialità d'un nuovo agire. Di un agire politico e sociale che non sia più solo parvenza, gioco di parole, che esca dalla sterilità di una politica vuota. Inutile nasconderlo: è  una scommessa impegnativa che deve fare i conti con limiti di risorse e forze soggettive. Ma se vogliamo risollevarci come sinistra e come comuniste e comunisti che lottano per l'alternativa politica, contro le politiche neoliberiste e di austerità, dobbiamo rimetterci in cammino senza timore alcuno di esplorare forme nuove di partecipazione e di agire politico.

 
Torino, 12 gennaio 2015

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