Piemonte – Locatelli (Prc-Se): l’autoassoluzione di Cirio per l’arresto dell’assessore non tiene. Responsabilità politiche non solo penali. Giunta regionale si dimetta

Ipocriti, a dir poco. Oggi, in Consiglio regionale il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, si è autoassolto da qualsiasi responsabilità, anche solo di ordine politico, per l’arresto di Roberto Rosso, fino ad ieri suo assessore regionale alla “legalità”, a seguito dell’accusa di voto di scambio con la ‘ndrangheta: “mi sento tradito … credo che a nessuno possano essere mosse colpe di superficialità e sottovalutazione”. Lo stesso per Fratelli d’Italia, il partito di appartenenza dell’assessore accusato di rapporti con la mafia:

“vicenda vomitevole”. Ora che il verminaio è uscito allo scoperto tutti in gara  a chi la spara più grossa, fa niente se il partito della Meloni e il centrodestra sono saliti più volte alla ribalta per esponenti collusi con la mafia. Fa niente dei trascorsi non sempre rassicuranti di Rosso. Il dato di fatto è che lo stesso è stato nominato assessore regionale dopo una elezione a consigliere avvenuta, secondo l’accusa, sulla base di un voto di scambio mafioso. Un voto di cui ha beneficiato non solo l’interessato ma indirettamente, di riflesso, l’intera cordata di centrodestra. Un voto che ha inquinato la consultazione regionale, un voto che solleva molti interrogativi riguardo programmi e scelte in materia di grandi opere  come il Tav di cui Rosso, e non solo, è un grande sostenitore. Esistono responsabilità politiche e non solo di natura penale. Ecco perché Cirio non può cavarsela con la tesi della mela marcia, ecco perché deve rassegnare le dimissioni insieme alla sua Giunta.

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