La democrazia brasiliana minacciata. Intellettuali si mobilitano

di Forum 21

La sera del 16 marzo 2016 nel Teatro dell’Università Cattolica di San Paolo (TUCA), simbolo della resistenza democratica nel periodo della dittatura militare, si è realizzato l’Atto per la Legalità Democratica, di nuovo minacciata nel paese, riunendo un pubblico di oltre 2000 persone, con forte presenza di giovani.
L’Atto è stato indetto dal Forum 21: Idee per l’Avanzamento Sociale, una associazione di accademici, intellettuali e dirigenze popolari impegnate per la causa della democrazia, della legalità e della giustizia sociale in Brasile.

L’Atto è stato patrocinato anche dal Centro Accademico 22 agosto, dagli studenti di diritto della PUC-SP e ha avuto l’appoggio istituzionale dell’università.
Da quasi due anni il Governo Brasiliano, guidato dal Partito dei Lavoratori (PT), è assediato da gruppi conservatori sconfitti nelle elezioni presidenziali del 2014.
Dal 2003, con l’elezione dell’ ex presidente Lula, il Brasile ha vissuto significative trasformazioni che hanno ampliato le conquiste sociali, ridotto la miseria e la diseguaglianza, oltre ad avere aumentato la partecipazione popolare alle decisioni politiche.
Grazie ad una politica audace di integrazione regionale e di difesa della sovranità nazionale, il paese si è ricollocato nel contesto internazionale, uscendo da una posizione subordinata.
Esasperata dalle successive sconfitte elettorali e dall’entrata delle classi popolari nella scena politica, la destra brasiliana ha preso una decisione: la candidata del PT, Dilma Rousseff, non doveva vincere. E se avesse vinto, non avrebbe potuto governare.
Per la prima volta, il Governo Brasiliano ha dato impulso ad una politica di trasparenza e di lotta alla corruzione. Sequestrata e distorta dalle organizzazioni di destra, la lotta alla corruzione è stata trasformata in criminalizzazione della politica. Il linciaggio pubblico di innocenti e presunti colpevoli ha trasformato giudici in giustizieri, allineati selettivamente e ideologicamente.
Si è organizzato un fronte di cospiratori che riunisce giudici, pubblici ministeri, agenti polizieschi, associazioni di imprenditori, partiti e think tanks conservatori, agglutinati e coordinati da una grande stampa oligarchica.
Questo fronte di cospiratori organizza missioni poliziesche che oltrepassano sistematicamente il limite della legalità Per mesi registrazioni illegali, detenzioni preventive volte ad ottenere delazioni premiate, accuratamente selettive, hanno costruito un quadro che sta portando il paese nella  condizione di uno Stato di polizia.
Allo stesso tempo, questo gruppo cospirativo diffonde le sue supposte scoperte come notizie e voci sensazionaliste.
L’obiettivo chiaro di questo attacco è qualche cosa di più di un colpo di Stato, è di più di una deposizione della presidente. E’ un tentativo di attaccare la sovranità popolare, espressa attraverso il voto, subordinandola a operatori del Diritto non eletti e immuni da qualunque controllo sociale, compromessi con un programma di cambiamento retrogado del paese che non viene neppure enunciato pubblicamente.
Come risultato di questo golpe politico, il fronte conservatore vuole tagliare diritti sociali, limitare le conquiste popolari e facilitare la penetrazione di grandi corporazioni transnazionali in aree strategiche delle ricchezze del paese. Accanto a ciò, questo fronte incorpora valori fondamentalisti, religiosi,  omofobici e con forti preconcetti di classe e di razza.
La lotta contro l’arretramento politico in Brasile è parte di una lotta più ampia contro l’avanzamento della marea conservatrice che minaccia tutto il mondo civilizzato. In America Latina o in America del Nord, in Africa, in Asia o in  Europa, la speranza di un mondo meno diseguale è sotto assedio. In questo momento non si può esitare.

Forum 21
San Paolo, 17 marzo 2016

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